
L’areoporto di Fano: la pista di 1200 metri aprirebbe a nuove funzioni, e sarebbe realizzata con fondi Enac
Una pista in asfalto lunga 1.200 metri, l’arrivo di aerei regionali, una nuova aerostazione, investimenti milionari da parte dell’Enac. È lo scenario ipotizzato – ma ancora tutto da chiarire – sul futuro dell’aeroporto di Fano, al centro di una lettera aperta indirizzata al sindaco Luca Serfilippi e ai capigruppo del Consiglio comunale da parte di Mauro Furlani, a nome delle associazioni ambientaliste Pro Natura Marche e La Lupus in Fabula, con il sostegno di un gruppo di cittadini.
Il testo, diffuso ieri, lancia un appello accorato all’amministrazione per ottenere risposte ufficiali e trasparenti sul progetto di ammodernamento dell’aeroporto fanese. "Le uniche notizie finora disponibili – si legge nella lettera – sono riportate dagli organi di stampa. Nessun documento ufficiale, nessun confronto pubblico. Questa mancanza di chiarezza alimenta sospetti".
Secondo quanto "si dice", Enac sarebbe pronta a investire tra i 4 e i 5 milioni di euro per trasformare la pista erbosa in un’infrastruttura in grado di accogliere velivoli a reazione per rotte regionali. Un’operazione che, secondo i promotori della lettera, potrebbe comportare "grandi vantaggi per la città, ma solo sulla carta". E proprio sul piano dell’utilità economica e strategica, le associazioni esprimono forti perplessità: "A 40 chilometri a nord e a sud della nostra città esistono già due aeroporti, Rimini e Ancona, che languono per mancanza di traffico passeggeri". Un’affermazione che però non trova riscontro nei dati aggiornati: nel primo quadrimestre del 2025, l’aeroporto di Ancona ha registrato 150.777 passeggeri (+7,3% rispetto allo stesso periodo del 2024), mentre Rimini ha superato i 61.000 passeggeri, con una crescita del +19,6%. Ancora meglio ha fatto Perugia, con un impressionante +23,8%, e Pescara che ha toccato i 216.699 passeggeri, +4,9%. Numeri che dimostrano come il traffico aereo nelle regioni del Centro Italia stia vivendo un nuovo slancio. Nonostante certi numeri, i firmatari mettono in discussione l’opportunità di aprire un "terzo aeroporto" a Fano. Trascurando il fatto che l’aeroporto a Fano esiste dal 1930. "Siamo sicuri che non crei più disagi che vantaggi?", si domandano, preoccupati per il possibile incremento del rumore, la svalutazione degli immobili e la perdita definitiva di 80 ettari di terreno pubblico. "Un aeroporto – prosegue la lettera – non si fa solo con una pista: servono servizi. Chi pagherà tutto questo?".
Il timore, espresso senza mezzi termini, è che alla fine sia il Comune di Fano a doversi far carico degli oneri gestionali. Costi di gestione che al momento sono già in capo alla Società aeroportuale Fanum Fortunae srl.
Tiziana Petrelli