In occasione della Festa dell’unità nazionale delle forze armate, Gradara, Pesaro e Tavullia omaggiano i civili morti durante il bombardamento del 27 agosto 1944, deponendo una corona sulla lapide che ricorda l’episodio, posta nel luogo in cui i tre comuni si toccano. Con loro, anche l’Anpi provinciale e le sezioni di Pesaro e Gabicce Mare - Gradara - Tavullia, in un’occasione utile per rinnovare la collaborazione tra gli enti che, insieme alla Provincia, vollero l’installazione del cippo.
Tale bombardamento arrivò per mano del fuoco amico durante la Seconda guerra mondiale, compiuto dalle forze aeree alleate nel tentativo di colpire delle fortificazioni nazifasciste, dove furono costrette a lavorare decine di civili sfollati. Le celebrazioni sono poi proseguite a Gradara, con la deposizione di una corona d’alloro sulla lapide dei caduti nella Prima guerra mondiale, a Palazzo Rubini Vesin, e con la benedizione di quella deposta all’ingresso del cimitero.
"Affinché non si ripetano più gli errori del passato, è dovere di ciascuno di noi preservare la memoria di ciò che è stato, per istruire le future generazioni ad un mondo nuovo", afferma il sindaco di Gradara, Filippo Gasperi, mentre secondo Federico Mammarella, presidente della locale sezione di Anpi, "è giunto il momento che il tricolore, la nostra bandiera, torni a essere patrimonio di tutti. Non è concepibile che, a causa dell’accostamento con il fascismo, che tradì il patriottismo facendolo diventare becero e bieco nazionalismo, la nostra bandiera sia appannaggio culturale di una sola certa forza politica. La bandiera italiana fa parte del nostro Dna ed è nostro compito difenderla e tutelarla. Soprattutto oggi, che qualcuno se ne sta approfittando per modificare la nostra Costituzione, ammantandosene per coprire oscuri legami con un passato quanto mai scomodo".
Nicola Petricca