Omicidio Grilli: l’accusato scarica le colpe sugli altri

Lanza: "Io sono fuggito dalla casa dopo aver cercato di difendere il pensionato" E ancora: "Ho visto Franco De Luca prendere a pugni quel poveretto"

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Maglietta bianca, jeans, capelli rasati ai lati, Dante Lanza ieri ha negato di aver ucciso Sesto Grilli, 74 anni, di San Lorenzo in Campo, omicidio avvenuto in casa della vittima all’alba del 17 marzo 2018: "Non sono stato io anche se c’è il mio dna in quella casa – ha detto al processo in Corte D’Assise a Pesaro – la colpa è dei fratelli Franco e Nino De Luca, hanno fatto tutto loro costringendomi ad aiutarli con la forza dopo che Franco mi ha puntato una pistola alla tempia. Io poi sono fuggito via dopo aver cercato di dividere Franco dal povero Grilli, che era ancora vivo quando sono uscito. Poi una volta in macchina, dove mio aspettava Massimiliano Caiazza, ho chiamato nella casa e mi ha risposto proprio Grilli dicendomi che i miei amici Franco e Nino De Luca, che erano rimasti con lui, sarebbero arrivati subito. Ho pensato che fosse tutto a posto. Al rientro non mi hanno detto niente, e ho saputo solo il giorno dopo che Grilli era stato trovato morto. La notizia dell’omicidio l’ho sentita da Studio aperto". Lanza ha aggiunto: "Io sono arrivato a Pesaro con un chilogrammo di marijuana perché me l’aveva chiesta Nino De Luca per portare ad un suo conoscente. Ma quando alla notte siamo arrivati da Grilli, ho capito subito che lui non c’entrava niente con la droga ed era una scusa. Franco De Luca ha iniziato a prenderlo a pugni per cercare i soldi, io non volevo e sono poi uscito". ll pm Maria Letizia Fucci ha ricordato a Lanza che dal suo telefono sono partite quella notte 4 telefonate alla casa di Grilli: alle 2.25, alle 3.13, alle 4.08 e alle 4.15 quando era già probabilmente morto. Lanza ha detto: "Io ho prestato il mio telefono a Franco De Luca e ha telefonato sempre lui". Poi Lanza ha detto che quella notte, dopo aver raggiunto due volte San Lorenzo in Campo, hanno consumto molta cocaina tutti quanti. Sulle tracce del suo dna sullo scoch usato per stringere la bocca di Grilli (tanto da ucciderlo per soffocamento) e sulla maglietta intrisa di sangue, Lanza ha ripetuto che sicuramente è dipeso dal fatto che "ho lottato per separare Franco De Luca da Grilli". Sul perché avesse cercato due giorni dopo il significato su internet di "omicidio preterintenzionale", ha spiegato che l’ha fatto per "curiosità".

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