Omicidio di Ismaele Lulli, si apre il processo

Alla sbarra per omicidio volontario Igli Meta e Marijo Mema: i due si accusano a vicenda del delitto

Igli Meta

Igli Meta

Pesaro, 13 luglio 2016 - Ammazzarono un loro amico di 17 anni, tagliandogli la gola. Lo legarono prima ad una croce di una chiesetta in una collina sperduta arrivando alla tortura pur di estorcergli la confessione di aver avuto un rapporto sessuale con la fidanzata di uno dei due aguzzini. Poi non esitarono ad affondare il coltello in gola. La vittima si chiamava Ismaele Lulli, non ancora maggiorenne, studente, ed abitava con la madre e la sorellina a Sant’Angelo in Vado. Lo hanno ucciso alle due e mezza di pomeriggio del 19 luglio 2015 due suoi amici albanesi, Igli Meta, 20 anni, residente a Urbania e Marijo Mema, 19 anni, sempre di Urbania. Ora entrambi si accusano a vicenda del delitto.

Oggi compaiono davanti alla Corte d’Assise di Pesaro che li dovrà giudicare per l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà. La famiglia si è costituita parte civile. A difendere Igli Meta, l’imputato che aveva ammesso subito di aver ucciso lui Ismaele per la rabbia di aver scoperto che la ragazza lo aveva tradito con lui, sono gli avvocati Carlo Taormina e Salvatore Asole mentre il difensore di Marijo Mema è l’avvocato Umberto Levi del foro di Pesaro.

Durante l’udienza preliminare davanti al gup di Urbino, la difesa di Igli ha rovesciato il tavolo delle accuse facendo parlare, in incidente probatorio, Igli che ha accusato il suo ex amico Marijo Mema dicendo che è stato lui a colpire con i fendenti mortali il povero Ismaele. Questo perché lui, Igli, non se la sentiva più, non ne era capace. E sarebbe stato Igli poi ad assumersi tutta la responsabilità perché era una questione privata tra lui e la vittima.

Una ricostruzione dei fatti che la stessa procura della Repubblica col sostituto Irene Lilliu contesta, anche in base alle proprie perizie mediche, ritenendo Igli Meta l’esecutore materiale dell’omicidio il quale ha potuto contare sulla complicità e aiuto di Marijo, che si diede da fare insieme all’omicida per ripulire il luogo dell’esecuzione aiutando probabilmente anche a gettare il corpo del 17enne in un dirupo. Alla domanda di avvocati e magistrato perché si fosse prestato ad aiutare Igli ad uccidere un amico di entrambi, Marijo ha risposto di non prevedere l’esito che poi si è avuto e di esser andato insieme a Igli perché gli aveva promesso delle dosi di marijuana gratis».

Chi non apparirà nel processo, pur avendo svolto un ruolo fondamentale ma inconsapevole secondo la procura, è Ambera, la 19enne fidanzata macedone di Igli che inviò un messaggino trappola a Ismaele, su richiesta di Igli, per un apparente nuovo incontro a due. Il 17enne andò, ma lo attendeva Igli non Ambera. Che disse al magistrato: «Non sapevo che volesse ucciderlo».