Omicidio di Pesaro, il killer e la foto dell’auto che attraversa il confine: il racconto della fuga

Immortalato sulla vecchia auto bianca del padre al casello di Gorizia. Oggi Michael Alessandrini sarà interrogato in Romania: con lui solo un difensore di ufficio

Pesaro, 1 marzo 2023 – La vecchia Clio che alle prime ore dell’alba passa al casello di Gorizia, diretta verso l’Est Europa. A immortalarla la telecamera all’uscita dell’autostrada. Al volante c’è Michael Alessandrini e sta fuggendo da Pesaro.

Lontano dal delitto che ha commesso, qualche ora prima, nella casa di via Gavelli 19, in pieno centro. Nel bagno ha lasciato il corpo senza vita di Pierpaolo Panzieri, straziato da 13 coltellate.

Il 30enne pesarese ha in tasca 500 euro e con quelli è diretto in Ucraina dove vuole arruolarsi, contro i russi. Non ci arriverà.

Lo fermano i poliziotti di Arad, città che incontra poco dopo aver varcato il confine romeno, durante un controllo stradale. Portato a Timisoara, a 40 chilometri di distanza, è qui che questa mattina Alessandrini sarà interrogato dal magistrato omologo della procura pesarese, secondo la procedura prevista dall’Oie, l’ordine europeo di indagine penale.

Potrà dare la sua versione o scegliere di fare scena muta. Ma accanto al pesarese non ci sarà il suo difensore, l’avvocato Salvatore Asole, che ha intanto segnalato alla procura i nomi di alcuni amici di Alessadrini.

"Persone che potranno dire in che stato era il mio assistito il pomeriggio del lunedì – spiega – Ovvero che era già in uno stato psichico molto alterato perché pare avesse litigato con una ragazza. Alterazione che in un soggetto come lui, già fragile, non può che aver pesato ulteriormente".

"Volevamo partire per la Romania – continua – ma stiamo temporeggiando perché, da come ci hanno detto, non è scontato che una volta sul posto ci lascino parlare con Alessandrini. Non esistono convenzioni tra Romania e Italia. Per questo, già ipotizziamo che si profileranno problemi procedurali che potrebbero riverberarsi sul processo se e quando ci sarà. A mio giudizio ci sono lacune in tema di Oie sul fronte del diritto alla difesa. Per l’interrogatorio sarà nominato un difensore d’ufficio che noi non conosciamo e con il quale non siamo neppure in contatto. Se saranno compiuti atti irripetibili senza difensore e quegli atti saranno portati nel processo in Italia, è inevitabile che sorgeranno contestazioni. In ipotesi lui potrebbe anche rinunciare a un suo consulente per l’autopsia, e quella sua volontà sarà vincolante. Con grosso danno per il nostro diritto alla difesa".