Omicidio Panzieri, Alessandrini è tornato in Italia: oggi dirà la sua verità ai magistrati

Fissato per stamani l’interrogatorio a Villa Fastiggi. E’ certo che il 30enne risponderà alle domande. L’ordinanza di custodia, che è composta da una decina di pagine, ripercorre il delitto e la fuga in auto

Michael Alessandrini a sinistra e la vittima Pierpaolo PAnzieri (destra)

Michael Alessandrini a sinistra e la vittima Pierpaolo PAnzieri (destra)

Pesaro, 17 marzo 2023 – E’ tornato in Italia ieri alle 13, arrivando da Timisoara, Romania. E’ atterrato a Roma scortato dall’Interpol. Ora è rinchiuso nel carcere di Villa Fastiggi in attesa di essere interrogato. Questo avverrà stamattina, alle 10.00. Michael Alessandrini, reo confesso di aver ucciso con 15 coltellate il suo miglior amico Pierpaolo Panzieri per motivi inesistenti o futili come ipotizza la procura, sarà interrogato dal gip Marrone. Il magistrato dovrà confermare o meno l’esigenza di lasciare il 30enne omicida in carcere. Sarà presente all’interrogatorio anche il sostituto procuratore Silvia Cecchi che attraverso gli accertamenti della squadra mobile è risalita a lui come autore dell’omicidio a poche ore dal ritrovamento del corpo senza vita di Pierpaolo Panzieri, 27 anni, operaio, avvenuto il 21 febbraio scorso.

Alessandrini risponde di omicidio volontario con tre aggravanti: i futili motivi, la crudeltà e la premeditazione. Che all’inizio non era stata ipotizzata. Significa che nel frattempo, il pm Silvia Cecchi ha scoperto elementi di prova che permettano di sostenere l’intenzionalità di Alessandrini di voler uccidere il suo amico prima ancora di arrivare alla casa di via Gavelli, in centro a Pesaro, dove Pierpaolo lo aveva invitato a cena. Qui, due ore dopo, Alessandrini prende il coltello che aveva portato con sé e sferra i primi fendenti alla schiena a Pierpaolo Panzieri che non se l’aspettava minimamente visto che le coltellate alla schiena se ne contano almeno dodici per poi finirlo con tre tagli alla gola mentre cercava riparo in bagno dalla furia omicida di Alessandrini. Il quale aveva già preparato anche la fuga avendo chiesto e ottenuto 500 euro dalla nonna dicendole che gli servivano per andare a Milano a cercare lavoro.

Invece li ha utilizzati per fuggire con la Renault Clio del padre verso la Croazia, poi la Romania e come ultima meta l’Ucraina. Non c’è arrivato perché la polizia romena lo ha bloccato in treno a cento chilometri dal confine per l’Ucraina. Non ha fatto resistenza né ha negato l’accaduto. Alessandrini ha parlato subito col giudice romeno che gli ha notificato il mandato di cattura europeo ed ha ammesso l’omicidio di Pierpaolo Panzieri, facendo ritrovare il coltello usato, il cellulare della vittima che si era portato dietro intriso di sangue, con i vestiti che indossava ugualmente sporchi del sangue di Pierpaolo. Ha fornito spiegazioni che non sono sembrate credibili, ha tentato di ritardare il rientro in Italia parlando di pericoli per la sua incolumità per colpa dei servizi segreti, teme gli ufo, ha un conto aperto con i microchip che gli avrebbero installati nel suo corpo fin da piccolo e non ha mai pronunciato la parola "mi dispiace".