Omicidio Pesaro, Matteo Salvini. "Chi ha sbagliato pagherà" / FOTO e VIDEO

Il ministro dell'Interno in Prefettura. "Bruzzese aveva chiesto di uscire dal programma protezione". Ricci chiede la riduzione dei pentiti in città

Matteo Salvini con la Prefetta Carla Cincarilli (Ansa)

Matteo Salvini con la Prefetta Carla Cincarilli (Ansa)

Pesaro, 27 dicembre 2018 - Accolto da decine di persone festanti (“Matteo siano con te!”) tra richieste di selfie e applasi, il ministro dell'Interno ha partecipato a Pesaro al Comitato per l'ordine e la sicurezza (VIDEO) indetto d'urgenza in Prefettura dopo la brutale esecuzione di via Bovio (FOTO), in cui è stato freddato con decine di colpi  (VIDEOil fratello di un collaboratore di giustizia, Marcello Bruzzese.

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La supertestimone di via Bovio. "I killer mi hanno risparmiata"

"Chi ha sbagliato salterà"

“Questo signore aveva chiesto di uscire da 2 anni e mezzo dal programma di protezione, vediamo che cosa non ha funzionato – ha detto Salvini entrando in Prefettura -. A lui va comunque il mio pensiero e una preghiera. La Marche e i marchigiani sono più forti di questi fenomeni, stiamo attenti e staremo attenti alle infiltrazioni mafiose, ma sono in orgoglioso dell'enorme lavoro delle forze dell'ordine. Per fortuna i dati ci dicono che le Marche e i marchigiani sono più forti di qualunque infiltrazione criminale”. Inoltre, secondo il ministro l'omicidio "è un segnale di disperazione, di estrema debolezza, non di forza. Un segnale di arroganza, di violenza ma di debolezza. Lo Stato è più forte e, alla fine, la battaglia sarà vinta. Se pensano di spaventare qualcuno, si sbagliano". 

Ancora, il ministro ha risposto sulle possibili mancanze nel sistema di protezione di Bruzzese, il cui nome era anche sulla bichetta della posta. Sul tipo di protezione dei collaboratori di giustizia e dei familiari non è il ministro che lo decide per "simpatia o antipatia, sono valutazioni tecniche di altissimo livello di polizia, carabinieri, magistrati che decidono chi è a rischio e chi non è più a rischio", ha spiegato Salvini. "Si può fare sempre di più e sempre meglio - ha aggiunto -, in questo caso lo stesso protetto aveva chiesto di non essere più protetto, evidentemente era lui il primo a sentirsi fuori pericolo". L'unica ammissione arriva rispondendo al volo a una domanda di una cittadina che l'ha fermato mentre stava uscendo dalla Prefettura. "Non si può morire così a Pesaro", ha detto al ministro. E lui: "Signora stia tranquilla chi ha sbagliato salterà..."

Prima di andarsene, il ministro si è fermato a parlare con alcune donne. Una breve conversazione che non è passata inosservata, anche perché le forze di polizia hanno fatto da schermo al gruppo. Tra le ipotesi, quella che il ministro abbia scambiato qualche parola con conoscenti o parenti di Marcello Bruzzese.

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Il ministro ha poi commentato la morte del tifoso interista, travolto e ucciso da un van di ultras napoletani prima della partita di Milano. “Lasciatemi aggiungere che non si può morire per andare a vedere una partita di calcio, convocherò per l'inizio dell'anno i rappresentanti di tutti i tifosi e delle squadre di calcio delle serie A e B, perché il calcio torni ad essere un momento di divertimento e non di violenza. Faremo quelli che altri non sono riusciti a fare”. Ultimo bagno di folla prima di ripartire da Pesaro e il tempo anche per una battuta: "Ho mangiato pane e Nutella anche oggi" (VIDEO).

Ricci: "Meno pentiti a Pesaro"

Il sindaco Matteo Ricci, con il quale Salvini aveva ingaggiato ieri una schermaglia a colpi di tweet, ha chiesto al ministro una riduzione del numero dei collaboratori di giustizia in città. "Non so quanti siano - ha sottolineato Ricci - ma ho chiesto di ridurli, perché in città si avverte la paura e questa va ascoltata.  Anche la Procura è del parere che ve ne siano tanti nelle Marche, proprio perché ritenute un territorio più sicuro rispetto ad altri. Ho cercato di interpretare al meglio le ansie e le preoccupazioni dei cittadini, sconvolti da fatti che non si sono mai verificati. Abbiamo anche avuto i complimenti per il sistema di telecamere".

L'ordine partito dalla Calabria

Intanto, la Dda calabrese ritiene credibile che sia partito dalla Calabria l'ordine di uccidere il fratello del pentito Biagio Girolamo, entrambi originari di Rizziconi. La divisione distrettuale antimafia diretta da Giovanni Bombardieri da sibito sta lavorando in stretto contatto con la Dda di Ancona e con la Procura di Pesaro. "L'omicidio di Marcello Bruzzese, fratello di un collaboratore di giustizia e pertanto sottoposto a protezione, è stato un evento grave ed inquietante - commenta Nicola Morra, presidente della Commissione parlamentare antimafia -. Ho deciso di convocare in Commissione antimafia, per i primi giorni di gennaio, il sottosegretario Luigi Gaetti e il generale Paolo Aceto del Servizio centrale di protezione affinché possano aiutare a chiarire i punti oscuri di questa vicenda. Una vicenda, come ha anche sottolineato il procuratore De Raho, che dimostra che non è stato fatto il necessario per proteggere un collaboratore e i suoi familiari".