Omicidio Pesaro, la supertestimone di via Bovio. "I killer mi hanno risparmiata"

Il racconto della pesarese di 45 anni che si è trovata faccia a faccia con i sicari. E ha rischiato di venire freddata anche lei

La donna stava passeggiando con il suo cane (fotoPrint)

La donna stava passeggiando con il suo cane (fotoPrint)

Pesaro, 27 dicembre 2018 - E' stata cinque secondi a tu per tu con i killer della ’ndrangheta. Li ha visti, ha notato le pistole che tenevano in mano. L’hanno guardata negli occhi. In quegli attimi la vita di una donna di 45 anni, pesarese, che l’altra sera portava a spasso il suo cagnolino in via Bovio (FOTO), è stata appesa ad un calcolo dei sicari: ci può riconbroscere oppure no? Il capo commando ha deciso che no, non li avrebbe riconosciuti e sono tornati indietro. Lasciandola viva.

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Ora la donna è stata ascoltata dagli inquirenti a cui ha raccontato di aver visto la morte in faccia ma non di essersene resa conto fino a quando non ha visto le figure dei killer, col braccio teso, che sparavano per un tempo infinito con due pistole contro il garage. Le era sembrato che fossero impegnati in un tiro alla sagoma, come si fa al poligono. Invece ha realizzato con una frazione di secondo di ritardo che stava avvenendo un’esecuzione di tipo mafioso.

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Dopo aver visto i sicari fuggire verso via Cairoli, la 45enne ha fatto dietrofront ed è fuggita urlando in direzione del corso. «Hanno ammazzato un uomo, chiamate i carabinieri, la polizia, oddio, correte». La donna non è fuggita. si è presentata agli inquirenti raccontando di aver incrociato lo sguardo dei killer benché avessero il cappello e il bavero alzato. Ha riferito agli inquirenti di non averli visti prima che iniziassero a sparare, segno che durante la manovra di parcheggio per entrare nel garage da parte di Marcello Bruzzese, si erano nascosti nell’anfratto dell’uscio di casa, al 28 di via Bovio, dove c’è una rientranza.

Quando i killer hanno sentito spegnere il motore, sono usciti dal buio iniziando a sparare rimanendo nella via. Due, tre, cinque, dieci, quindici, venti e più colpi fino a quello alla testa perché è stato rinvenuto un bossolo a terra, nel garage, accanto alla portiera semiaperta, da dove spuntava la gamba sinistra della vittima. La supertestimone ha già riferito che non saprebbe riconoscere i killer per due motivi: «Avevano il viso coperto e la strada in quel punto è buia». Altri supertesti non ci sono, se non le persone uscite dalle finestre per i colpi scambiati per botti. Nessuno ha visto fuggire i sicari, eccetto delle telecamere private e pubbliche.

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Ci sarebbe anzi c’è un video girato da una telecamera privata in cui si vedono i due killer che salgono a piedi dal corso lungo via Bovio, per scomparire in cima in via Cairoli (VIDEO). La 45enne non li ha mai visti se non al momento di sparare e uccidere e poi fuggire. Per i carabinieri, la domanda a cui rispondere è questa: i sicari come potevano sapere che Marcello Bruzzese fosse a Pesaro, visto che era stato segnalato in Francia fino a qualche giorno fa? Su chi hanno potuto contare come appoggio logistico per studiare il punto dove colpire e le vie di fuga al riparo di problemi o intralci? 

Non avevano previsto la signora col cagnolino. Secondo la testimonianza della donna e quella di alcuni residenti, sembrava che i sicari avessero intenzione di fuggire verso il Corso e non al contrario. La presenza della 45enne e delle persone alle finestre, hanno fatto cambiare idea ai due killer. I quali sono passati sotto le telecamere della Municipale, che segnala le uscite non autorizzate, ma non filma il passaggio pedonale. Una doppia funzione giudicata eccessiva. Ma come si è visto, non lo era affatto.