ANTONELLA MARCHIONNI
Cronaca

Operazione pedopornografia. Perquisizioni in provincia

I controlli nell’ambito della maxi inchiesta dalla procura di Catania. Al momento non risultano persone arrestate, le indagini sono in corso.

Complesse e sofisticate le indagine condotte dalle forze dell’ordine

Complesse e sofisticate le indagine condotte dalle forze dell’ordine

C’è anche l’entroterra urbinate al centro della maxi-operazione contro la pedopornografia online condotta dalla polizia in 56 città italiane, su delega della Procura di Catania. Perquisizioni sono state effettuate da parte della polizia postale di Ancona, infatti, anche nella zona di Urbino ma non risultano, al momento, persone arrestate. L’attività investigativa si è concentrata, in particolare, sulla ricerca di materiale e file illegali. L’indagine è stata svolta sotto copertura, all’interno di una piattaforma di messaggistica istantanea. Questo ha consentito agli investigatori della Polizia postale di individuare diversi gruppi che si dedicavano allo scambio di materiale pornografico minorile. Un vero e proprio mercato degli orrori, con bambini abusati in età infantile ed episodi di zooerastia con vittime minori. Muoversi all’interno di quell’universo parallelo, identificando gli utenti e tracciando il sistema di scambio, ha richiesto un lungo e capillare lavoro di approfondimento.

E’ stato quindi possibile risalire all’identità degli utenti, che attivamente scambiavano immagini e video di pornografia minorile. I rilievi investigativi disposti dalla Procura etnea sono stati effettuati anche all’estero. La gran parte degli indagati faceva ricorso a sofisticati sistemi di crittografia e all’archiviazione in cloud. Tutto questo, nelle province coinvolte, ha portato a 34 arresti (tutti maschi e d’età compresa tra 21 e 59 anni) per sfruttamento sessuale dei minori online. Cinquecento gli operatori impiegati, 115 le attività di perquisizione domiciliare e informatica. Gli indagati detenevano ingente materiale pedopornografico e decine di migliaia di file illegali. L’operazione è stata condotta dal Centro operativo per la sicurezza cibernetica di Catania, con la collaborazione del Centro nazionale per il contrasto alla pedopornografia online (Cncpo) del Servizio Polizia postale. Due degli arrestati, oltre a detenere migliaia di file pedopornografici, avevano immagini e video autoprodotti con abusi sessuali su minori, vittime che sono state già identificate. Gli arrestati risiedono nelle province di Catania, Siracusa, Agrigento, Napoli, Pescara, Foggia, Roma, Latina, Milano, Brescia, Firenze, Reggio Calabria, Cosenza, Pordenone, Lecce, Viterbo, Avellino, Barletta-Andria- Trani, Frosinone, Varese, Vicenza, Cagliari. Le perquisizioni sono state eseguite, oltre che nel nostro entroterra anche ad Agrigento, Arezzo, Avellino, Bari, Bergamo, Bologna, Brescia, Cagliari, Caltanissetta, Caserta, Catania, Chieti, Como, Cosenza, Cremona, Firenze, Foggia, Frosinone, Genova, Latina, Lecce, Livorno, Mantova, Massa Carrara, Messina, Milano, Modena, Monza Brianza, Napoli, Oristano, Palermo, Parma, Pescara, Pisa, Pistoia, Pordenone, Potenza, Ragusa, Ravenna, Reggio Calabria, Rimini, Roma, Salerno, Savona, Siracusa, Sondrio, Sud Sardegna, Taranto, Torino, Trapani, Treviso, Varese, Verona, Vicenza e Viterbo.