Ore 6, l’altoparlante butta giù tutti dal letto: "Nessun problema, andiamo a far colazione"

Mezzora dopo, le finestre si illuminano, le porte si aprono, qualche auto esce dal garage mentre la protezione civile bussa alle porte

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di Roberto Damiani

Niente facebook o tik tok per l’allarme bomba di Case Bruciate. Un vecchio altoparlante, dalle 6.15 di ieri mattina, posizionato sul tetto di una Panda di almeno vent’anni d’età, ha svegliato i residenti del quartiere con la voce di donna: "Attenzione, entro le 8 le abitazioni dovranno essere evacuate lasciando le tapparelle chiuse e le finestre socchiuse. Chi non ha mezzi propri per uscire, può salire su un bus navetta. Attenzione, entro le ore 8 le abitazioni dovranno essere evacuate...". Un ritornello durato due ore che ha fatto scendere dal letto 900 persone, le quali non avevano la libertà di restare a dormire. Poi magari qualcuno lo ha fatto ma nessuno se n’è accorto. Nel medesimo momento un centinaio di uomini, tra Protezione civile e forze dell’ordine, hanno bussato abitazione per abitazione per invitare le persone ad uscire. Come Giuliano Paterniani. Alle 6,30 era pronto a partire con la famiglia: "Andiamo da mio figlio a Fermignano e torniamo stasera. Spero che a quell’ora la bomba non ci sia più". Più giù, una signora disabile ancora col buio viene caricata su un’ambulanza con la sua carrozzina per portarla da parenti. Il signor Anatoli Soruceanu esce da casa tutto pronto: "Facciamo finta che sia una giornata di lavoro. Bisogna muoversi alla svelta. Prima si fa prima si torna". Monica Amati spunta dalla finestra socchiusa con la sua bambina: "Poco male, andremo a fare colazione". La famiglia Giunti, composta da 9 persone, è giù fuori di casa alle 7: "Andiamo tutti al campo di rugby per la partita dove gioca un nostro parente. Comincia alle 10, ma aspetteremo". Consuela, rumena, assistente per anziani, si affretta ad andare a casa della famiglia: "Si, dobbiamo prepararci ad uscire. Non c’è tempo da perdere".

Intanto il paese si mette in macchina e comincia ad esserci traffico in uscita dalle 7.30 seppur ci siano molte auto parcheggiate davanti ai condomini. Qui la polizia ha suonato ma senza ricevere risposta. Alle 8, in apparenza, il paese doveva essere vuoto. Alla centrale operativa, nella sede della protezione civile in strada dei Cacciatori (sembra di entrare in una semidiscarica, con mezzi abbandonati, pezzi meccanici a terra, roba affastellata da secoli), una quarantina di persone controllano il programma di evacuazione. Ultimo atto, il punto dove si trova la bomba, a fianco dell’Urbinate. Qui, gazebo informativo, depliant sull’ordigno, telecamere tv, il colonnello Salvatore Magazzù pronto a rispondere a tutto e giro turistico-fotografico vista bomba. Poi via tutti. Sipario