Ospedale a corto di medici: ’Ora scelgono loro’

Romeo Magnoni, Asur 1, ha una sua teoria sul problema: "Attratti da luoghi più appetibili"

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Com’è la situazione dell’ospedale di Urbino dopo il periodo di emergenza che aveva coinvolto diversi sanitari? Abbiamo fatto il punto con il direttore di Area Vasta 1 Romeo Magnoni.

Direttore, partiamo dalle vaccinazioni contro il Covid-19. Come state procedendo col vostro personale?

"Abbiamo vaccinato circa 2000 persone, i dipendenti di Area vasta 1 sono 2250. Bisogna considerare anche tutte le altre categorie sanitarie. La prima fase è abbastanza completata. Aspettiamo il vaccino Moderna con cui abbiamo abbiamo già iniziato; è stata vaccinata una struttura del distretto di Pesaro, una di Fano e lunedì una del distretto di Urbino. Il vaccino Moderna è meno difficile da gestire per la somministrazione. Continueremo soprattutto con le strutture residenziali, qui i pazienti sono tanti così come gli operatori. La Pfizer invece consegna meno dosi quindi ci siamo un po’ fermati perché dobbiamo garantire le seconde dosi. Non appena ne avremo a sufficienza ripartiremo con le vaccinazioni agli operatori sanitari".

Da ieri all’ospedale di Urbino si è iniziato a tornare alla normalità.

"Siamo molto soddisfatti. Purtroppo c’è stato un problema riguardante i dipendenti per la Cardiologia, la Rianimazione e la Psichiatria. Siamo riusciti a ripartire con quattro posti di Cardiologia che sono fondamentali per il territorio, perché indipendente dal Covid le persone si ammalano uguale. Per lunedì 24, riapre anche la Psichiatria che è un presidio fondamentale per il nostro territorio. Speriamo dalla settimana prossima di ripartire anche con la rianimazione".

Il dato relativo ai positivi all’intento del nosocomio?

"Stanno scemando. Ringrazio Marche Nord che ci dà una grossa mano assorbendo i pazienti positivi".

Complessivamente la situazione dell’organico sanitario all’ospedale com’è?

"Il problema grandissimo riguarda i medici e gli infermieri, ma non ritengo vera la convinzione che manchino perché non facciamo i bandi o non cerchiamo queste figure. Al contrario. A breve uscirà un avviso di mobilità per reperire altro personale, però fino a quando non si modificherà la specializzazione a livello nazionale aumentando le borse di studio per questo tipo di pratica saremo in difficoltà. Soprattutto nell’entroterra. Prima quando i medici erano più dei posti disponibili si riusciva, da quando possono scegliere optano per posti più appetibili. Il Ministero le ha già aumentate, speriamo in un ulteriore accelerazione verso questo obiettivo".

Francesco Pierucci