Ospedale, evacuate alcune aree Traumi e panico in Pronto soccorso

Cittadini si presentano a Pesaro e Fano con palpitazioni e piccole ferite provocate dalla fuga scomposta. L’Asur monitora Galantara e i distretti; a Santa Colomba una ventina di operatori alzano dal letto 140 ospiti

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di Benedetta Iacomucci

Gli effetti del terremoto sull’ospedale cittadino si sono sentiti più dopo, che durante. Quando alla spicciolata, in Pronto soccorso, sono cominciati ad arrivare cittadini con piccoli traumi e palpitazioni: chi era inciampato per scapicollarsi giù dalle scale, chi era scivolato per scendere dal letto, chi si era preso uno spavento tale da sentirsi mancare. Niente di drammatico, comunque, così come è stata tutto sommato gestibile l’allarme scattato alle 7.07 di ieri. Dove le condizioni dei pazienti lo hanno permesso, prudenzialmente le aree sono state evacuate e le persone sono state fatte convogliare in aree sicure, fino alla fine dei controlli, immediatamente attivati in tutti e tre i presidi. Ci si è preparati per fronteggiare un eventuale massiccio afflusso di feriti, attraverso un protocollo specifico d’emergenza (Peimaf) che però non si è reso necessario attivare.

Non sono stati segnalati danni importanti alle strutture, né si sono verificati black out per cui gradualmente tutte le attività sono riprese ma la situazione è costantemente monitorata. Alcune crepe e qualche calcinaccio sono stati evidenziati negli uffici amministrativi di piazzale Cinelli, ma all’esito delle verifiche non sono stati ritenuti rischiosi e quindi i dipendenti, usciti in strada per lo spavento, sono potuti rientrare a cuor leggero. Nessuna struttura inagibile nemmeno tra quelle ascrivibili all’Area Vasta 1, anche se a Galantara si è aperta una vistosa spaccatura in una parete al secondo piano che ha richiesto accurate verifiche, all’esito delle quali i tecnici hanno dato il via libera alla prosecuzione delle attività. Spetterà poi all’azienda sanitaria effettuare i lavori di ripristino. Non è stata comunque necessaria alcuna evacuazione, neanche temporanea. Sopralluoghi anche nei distretti: quello di Pesaro in via XI febbraio è rimasto chiuso fino al pomeriggio, più tranquilla la situazione a Fano dove i dipendenti non sono nemmeno usciti in strada. Cosa invece accaduta a Palazzo Bernardini di Urbino dove c’è la Casa della Salute, trattandosi di un edificio piuttosto vetusto.

Nella Residenza protetta di Santa Colomba, in particolare a Casa Roverella gestita dalla Labirinto, al momento della scossa erano presenti 140 ospiti e una ventina di operatori. "I dipendenti sono stati bravissimi – dice il presidente Gino Grandoni –, perché in pochi minuti hanno alzato dal letto tutti i pazienti". Una procedura non semplice – considerando che molti non sono autonomi – ma necessaria: se infatti fosse scattato l’ordine di evacuazione da parte del responsabile della sicurezza, gli addetti avrebbero dovuto farsi trovare pronti per accompagnare gli ospiti – a piedi o in carrozzella – nelle aree di sicurezza: parcheggio o cortile. Un’eventualità che non si è resa necessaria. Dopodiché sono stati effettuati i controlli tecnici, che hanno evidenziato solo qualche crepa nello scantinato. Insomma, tutto tranquillo, o quasi: "Continuiamo a svolgere le nostre attività – dice Grandoni – ma sempre in stato di preallarme".