Ospedale unico, ora è guerra. "Che fine fanno i 121 milioni?"

Ceriscioli: "Perso un investimento gigantesco". Il Pd all'attacco dopo la decisione della Regione

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di Benedetta Iacomucci

La domanda è: che fine fanno ora i 121 milioni già pronti da incassare per il nuovo ospedale unico di Pesaro e Fano? Restano in provincia o se ne vanno altrove? All’indomani del colpo di spugna della Regione, che con il voto unanime della maggioranza e dei Cinque Stelle ha affossato il progetto per la realizzazione dei nuovi ospedali marchigiani, si apre un dibattito non solo e non tanto ideologico quanto economico. Perché un cantiere da 250 milioni di euro – tanto sarebbe costato il nuovo opedale – non è qualcosa a cui si possa voltare le spalle a cuor leggero. L’ex presidente Luca Ceriscioli, che di questa staffetta per il nuovo ospedale incominciata negli anni ’60 ha seguito gli ultimi cento metri, costretto a passare il testimone a chi poi si è fermato davanti al traguardo, delinea la sua previsione: "Con quei soldi non faranno nulla, per la sanità della nostra provincia tutto resterà come prima: con un ospedale del 1904 e uno del 1912. Avviare cantieri non è una cosa semplice, ci vogliono anni e anni: vi ricordate la Radioterapia a Pesaro? Oppure l’Inrca di Ancona? Da quando è stata fatta la gara ci sono voluti sette anni per partire con il cantiere. Bisogna agire seguendo principi di realtà, non di fantasia". Va pur riconosciuto che il centrodestra è anche cavalcando questi temi che ha conquistato la Regione. "Attenzione – mette in guardia –, che i voti li prendi la prima volta, la seconda non lo so, perché credo che tanti cittadini dell’entroterra si aspettino delle risposte dalla sanità e in questo modo non le avranno. Noi abbiamo fatto molti investimenti sugli ospedali interni: Urbino, Sassocorvaro, Cagli, Pergola. L’ospedale provinciale non avrebbe impedito di continuare anche su quel fronte. Ma si metteva in moto un investimento gigantesco per l’economia, senza calcolare l’indotto. Se questo è il primo passo del nuovo governo, auguri".

Allarga le braccia anche Andrea Biancani, consigliere regionale del Pd: "Hanno buttato via un lavoro atteso da tutto il territorio, che non avrebbe tolto nulla agli ospedali periferici, mai messi in discussione. Se ogni volta chi vince azzera tutto per motivi puramente ideologici non si daranno mai risposte ai cittadini. Dopo 10 anni era stato scelto il sito, si erano messe d’accordo due città e due consigli comunali. La Regione aveva chiesto le risorse al Cipe, che aveva stanziato la metà dei 250 milioni necessari: circa 105, oltre ai 16 stanziati dalla Regione. Per incassarli mancava solo l’accordo Stato-Regioni. Che fine faranno ora quei 121 milioni? Rafforzeremo gli ospedali periferici senza avere un ospedale di riferimento per la provincia? Oppure finiranno in altri territori e a noi resterà un pugno di mosche? Siamo davvero sicuri che terremo le risorse qui?" Altrove, nelle Marche, l’edilizia ospedaliera marcia spedita: a Fermo un opedale nuovo per 100 milioni, al Salesi un cantiere da 60 milioni, all’Inrca di Ancona 90 milioni, ad Amandola 20. "Il nostro obiettivo – prosegue Biancani – era un ospedale di secondo livello con le specialità, che servisse per i prossimi 80 anni. Le strutture di Pesaro e Fano possono rimanere così, con un’organizzazione irrazionale su tre presidi, che crea disagi al personale e ai cittadini e costa il triplo? Non può essere una previsione per il futuro. E un nuovo ’ospedaletto’ di primo livello a Muraglia non sarebbe comunque un’eccellenza". Infine, il nodo del project financing: "Se sono contrari alla modalità facciamo l’ospedale mettendoci i soldi. Noi avevamo scelto il project perché in quel momento le risorse non c’erano. Ma non è possibile che una giunta regionale con tre assessori della provincia, butti via un’occasione del genere".