Pala, stivali e cuore Liceo in missione a Senigallia

Gli studenti del Marconi armati di aiuti e attrezzi in soccorso ai cittadini colpiti dall’alluvione

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In treno con guanti, stivali per difendersi dal fango, ramazze e una pala. Ieri la giornata di scuola, dei ragazzi della 4SB e di 5L del liceo Marconi è iniziata con un biglietto andata e ritorno per Senigallia in tasca e l’obiettivo di dare una mano a chi, nell’alluvione di una settimana fa, ha perso quasi tutto. Prestissimo, col sole ancora timido, al passo del professore Marco De Carolis, il gruppetto di volenterosi si è presentato al Coordinamento Caritas per avere disposizioni e rendersi utili.

Prima di "entrare in servizio", destinati a sgomberare le abitazioni in stradone Misa, proprio lungo l’argine straripato, i giovani hanno consegnato i pacchi col materiale di prima necessità raccolto con la complicità dell’intero Istituto pesarese in sole 24 ore. Di "Carta scottex, detersivi, cerotti e disinfettante e prodotti per l’igiene personale" il liceo ha riempito sacchi e sacchi grazie alla mobilitazione spontanea e veloce di genitori, studenti, insegnanti e preside. "Sono orgoglioso del sorriso con cui i nostri giovani hanno affrontato questa avventura - ha osservato il preside del Marconi, Luca Testa -. Abito a Senigallia e la sera dell’alluvione ho visto il Misa straripare e il dramma dei residenti, violentemente danneggiati. Ho condiviso pienamente con il professore De Carolis l’importanza di una esperienza così umanamente significativa". Con lo sticker di "volontari" sul cuore "con la Protezione civile abbiamo tolto fango con ogni mezzo possibile - racconta lo studente Giovanni Di Carlo -: dopo una settimana il livello è ancora alto". Tra i ragazzi c’è chi ha aiutato Paolo, un signore di 84 anni, disabile uditivo, a ritrovare nella melma, il suo apparecchio.

"Purtroppo era inutilizzabile: la Caritas gliene procurerà un altro". Ovunque c’è devastazione: portoni blindati divelti come lattine dalla violenza della piena. "Io e le mie compagne abbiamo aiutato, caricando dei secchi, a svuotare di detriti, cantine con le pareti guaste - dice Francesca Lepore di classe 4 S B -.Siamo state accolte con gentilezza, mista a scetticismo, forse perché eravamo ragazze. Invece ci siamo organizzate, riuscendo a dare il nostro contributo: non ci aspettavamo di essere ringraziate con tanto sentimento. E’ stato impegnativo, ma per la convinzione che stavamo facendo del bene, la fatica non c’ha pesato. Anzi torneremo a dare una mano, anche senza la scuola".

Solidea Vitali Rosati