Palazzine al porto, si intravede lo sblocco

Tra dieci giorni il consiglio comunale elimina l’impasse amministrativo, poi a gennaio l’udienza per l’abuso edilizio. Ripresa lavori a marzo?

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In rapida sequenza nel prossimo consiglio comunale e cioè fra 10 giorni, arriva all’approvaszione la delibera per eliminare il refuso urbanistico che ha bloccato l’edificazione delle due palazzine al porto per un totale di 82 appartamenti. In rapida sequenza il 9 di gennaio, e quindi in anticipo sui tempi, ci sarà anche la prima udienza per il resto di abuso edilizio nei confronti di un rappresentante della proprietà e di due tecnici della Nova Portum e cioè la società che deve costruire i due edifici. Per quello che riguarda la questione tecnico-burocratica la delibera di giunta deve passare alla commissione urbanistica e quindi va in consiglio comunale. Poi ci sono 30 giorni per le eventuali osservazioni dopodiché il piccolo grande scoglio di questa telenovela che va avanti ormai da oltre due anni dovrebbe cessare. Secondo i tecnici il titolo per costruire non dovrebbe poi passare attraverso un’altra conferenza dei servizi. Ma si usa il condizionale perché in materia urbanistica tutto è complesso ed... interpretabile. Un altro paio di maniche è invece il processo penale che si aprirà il 9 di gennaio: decade l’impalcatura dell’abuso edilizio con il depennamento della norma che ha dato l’avvio a questo pasticcio milionario? Questo non lo si sa.

Intanto in linea teorica se passa l’atto ‘purificatore’ in consiglio comunale la società Nova Portum (maggioranza in mano a tre israeliani, altra quota sostanziosa è della Renco e quindi un 5% è in mano all’avvocato d’affari Paolo Tanoni), potrebbe teoricamente riaprire il quartiere. C’è massima prudenza ma i più ottimisti della società pensano di poter riprendere i lavori per la fine di febbraio il che vorrebbe dire che le due palazzine saranno concluse per fine autunno del 2024. La società Nova Portum attraverso l’amministratore Paolo Giorgini ha nei giorni scorsi inviato a tutte le famiglie che avevano prenotato un appartamento una lettera di aggiornamento sullo stato dell’arte. Dopo aver ricordato il pronunciamento favorevole del Tar nei confronti della società e quindi l’eliminazione del refuso dal Prg, Paolo Giorgini aggiunge: "Senza voler sottovalutare la portata, senz’altro positiva del pronunciamento del Tar, corre comunque l’obbligo si mantenere la massima cautela e non possiamo certo considerare concluso e superato l’iter di accertamento che ha portato all’interruzione dei lavori edificatori".

m.g.