Paolo Dal Poggetto morto, lutto nell'arte

Fu soprintendente per i Beni artistici e storici delle Marche dal 1979 al 2003

E' morto Paolo Dal Poggetto

E' morto Paolo Dal Poggetto

Urbino, 25 giugno 2019 - E’ scomparso all’età di 83 anni Paolo Dal Poggetto, soprintendente per i Beni Artistici e Storici delle Marche dal 1979 al 2003 e cittadino onorario di Urbino: «Una persona di straordinaria signorilità e onesta e, al suo tempo, un innovativo nella visione dei musei», le parole dell’ex soprintendente Maria Rosaria Valazzi. Nato a Firenze, laureato all’Università di Firenze in Storia dell’Arte con Roberto Longhi, Dal Poggetto nel novembre del 1975 scoprì nella Sagrestia Nuova di San Lorenzo le tracce di alcuni disegni di Michelangelo, una scoperta davvero impressionante.

«E’ stato, per così dire, il mio primo datore di lavoro perché ho cominciato a lavorare in Soprintendenza con lui – racconta Valazzi – e ho proseguito per 20 anni, dal 1981 al 2003. Mi è dispiaciuto davvero tanto perché per lui avevo un grande affetto, come se fosse un secondo padre. Mi ha visto crescere. Posso ricordare la sua signorilità in tutte le sue manifestazioni, la sua onestà nel lavoro, la sua attenzione per gli aspetti culturali e amministrativi, la gentilezza nei confronti degli altri, la sua discrezione». Forse non conosciuto a fondo dai contemporanei, Dal Poggetto ha fatto cose più rivoluzionarie di quanto sembri: «Ha avuto una visione moderna dei musei: aveva una formazione fiorentina anche letteraria molto forte, ma era estremamente aperto e lavorava con tutte le istituzioni, dalla Regione all’Università – continua Valazzi –. Ha fatto poi un’operazione significativa: liberare il Palazzo Ducale e metterlo a disposizione della Galleria nella sua interezza; ci fu una grande trattativa, una parte rimase per il Comune, ma fu lui a voler liberare il Palazzo dalla Scuola d’Arte perché aveva capito le potenzialità del museo. Ha cominciato tutti i restauri: quando andò in pensione, le sale aperte del Palazzo erano le stesse di adesso, ben 72. Ha fatto anche un allestimento, che ora sarà rivisto ma che per i tempi era assolutamente coerente, con una disposizione delle opere di tipo cronologico. La Soprintendenza di Urbino fu tra le prime ad avere servizi aggiuntivi, ovvero il bar, il book shop, fu lui a volere la sala convegni per svolgere iniziative a Palazzo. Io dirigevo la Rocca di Gradara e mi ha lasciato una totale libertà».

Di notevelo interesse furono anche le sue mostre: nel 1981 su Lorenzo Lotto, nel ‘92 su Sisto V e le Marche, su Piero della Francesca. «I cataloghi delle sue mostre sono piene di notizie importanti. Curò i rapporti con l’estero, in particolare con il Giappone. Aveva un carattere schivo e riservato, ma aveva doti di grande umanità e onestà», conclude Valazzi. Dal Poggetto pubblicò numerose raccolte di poesie e fu anche un grande appassionato di viaggi, ovviamente a carattere culturale: «Era un personaggio fantastico, una persona gentile e delicata, di grande raffinatezza d’animo – racconta Patrizia Franco, che ha organizzato numerosi viaggi per Dal Poggetto e la moglie –. Era sempre preparato sui Paesi e su quello che avrebbe visitato ed era un grande conoscitore di arte inca e pre colombiana, cosa non comune».