"Parco, interferenze della Regione illegittime"

S.Bartolo, il presidente Mariani contro l’allargamento della governace ventilato da Acquaroli: "Ci ho parlato, eviterà le fratture"

La proposta di legge che punta a cambiare la governance dell’Ente Parco San Bartolo – da 5 a 9 membri di cui il 50%+1 espressione politica della giunta regionale – si scontra col parere contrario del Consiglio delle autonomie locali (Cal).

Stefano Mariani, presidente Ente Parco, è soddisfatto. "In sostanza la proposta – spiega Mariani – mira ad innalzare il numero dei rappresentanti regionali sul Parco San Bartolo da 1 a 5, assumendo così un ruolo di maggioranza assoluta su tutte le decisioni e relegando le rappresentanze dei territori a funzione di spettatori". Perché il Cal l’ha respinta? Mariani, da avvocato, guarda alla giurisprudenza, dopo aver citato l’articolo 24, organizzazione amministrativa del Parco regionale. "Per via delle peculiarità di ciascuna area interessata – ricorda Mariani – ogni parco naturale regionale prevede, con apposito statuto una differenziata forma organizzativa...". Quindi? "Il Cal, organismo bipartisan, non tacciabile di partigianeria, essendo composto dai sindaci e presidenti delle Unioni montane delle Marche, ha fatto solide obiezioni giuridiche. Siamo certi che Acquaroli, con cui ho già parlato, vorrà evitare fratture col territorio". Quali obiezioni giuridiche? "La norma nazionale stabilisce che i parchi regionali definiscano la composizione dei consigli direttivi tramite i propri statuti, qjuindi qualsiasi interferenza regionale si porrebbe in contrapposizione col quadro normativo e la Costituzione stessa. Inoltre, la medesima legge nazionale prevede quale principio fondamentale dei parchi regionali (art. 22), la piena partecipazione degli enti locali ai processi organizzativi e decisionali, assegnando alla Regione una funzione di controllo amministrativo". Cioè? "Una funzione principalmente amministrativa e non di governance. Una proposta di legge che imponesse la maggioranza regionale nei consigli direttivi, mortificherebbe i principi del legislatore nazionale e si porrebbe in evidente contrasto con la Costituzione. Infatti, a fronte di leggi regionali analoghe, molto più soft, ogni azione limitante è stata regolarmente impugnata ed abrogata dalla Corte Costituzionale".

Solidea Vitali Rosati