Coronavirus Pesaro, chiuso il Parco Miralfiore

No a raduni e passeggiate: sbarrato fino al 3 aprile: decisione presa con la prefettura. L’assessore Belloni: "Ai giochi c’è sempre folla di mamme e bimbi, da evitare"

Una delle tante "riunioni" al parco giochi. Fino al 3 aprile queste sono vietate

Una delle tante "riunioni" al parco giochi. Fino al 3 aprile queste sono vietate

Pesaro, 11 marzo 2020 - Miralfiore chiuso, fino al 3 aprile. Le passeggiate primaverili all’aperto e il parco giochi nel verde sono un’altra proibizione conseguente alla necessità di contenere il più possibile il contagio del coronavirus. La decisione è del Comune, e l’assessore che ha la competenza sul verde pubblico, Enzo Belloni, la spiega così: "La misura, al solito, punta ad evitare assembramenti e a indurre il più possibile la gente a stare a casa. L’abbiamo concordata con il prefetto. Vogliamo evitare che la gente si raduni all’interno, visto che ad esempio il parco giochi negli ultimi tempi era strapieno di mamme e bambini".

Contatti che in questo momento non sono consigliabili. Il cartello è stato posto, con tanto di nastro bianco e rosso, agli ingressi: con su scritta la data del 3 aprile. Il parco così vive un periodo assolutamente nuovo: di certo la sua chiusura (mai avvenuta prima) potrebbe contribuire a diminuire il fenomeno dello spaccio di droga, che è già comunque di molto ridimensionato, anche se insieme proibisce l’ingresso a chi magari voleva farsi solo un passeggiata nel verde.  

E sempre parlando di coronavirus, i carabinieri della Compagnia di Pesaro hanno fatto le prime due denunce in provincia legate a quell’articolo 650 del codice penale (l’inosservanza dei provvedimenti dell’autorità) che prevede come noto l’arresto fino a 3 mesi e la multa di 206 euro.  

La prima persona è stata denunciata lunedì scorso, si tratta di un nigeriano di 35 anni , che proveniva da una zona allora definita "rossa" (la provincia di Como), anche se in realtà era senza fissa dimora, ma a Como era stato denunciato il giorno prima dai carabinieri, e quindi c’era la prova della sua provenienza. Il nigeriano è salito, per motivi ancora da chiarire, all’interno dell’auto di una pesarese di 45 anni, e non voleva scendere da lì. La donna ha quindi chiamato i carabinieri, che hanno identificato il nigeriano, lo hanno portato al comando e denunciato oltre che per la violazione del limite della zona rossa, anche per violenza privata.

La seconda denuncia relativa all’articolo 650 è avvenuta in vece a Montecchio, dove sempre un nigeriano, stavolta di 22 anni, sostava davanti a un supermercato, chiedendo soldi ai clienti che entravano nel market.

Qualcuno lo ha segnalato, e quando i carabinieri sono arrivati hanno scoperto che il giovane aveva domicilio a Pesaro e si era quindi spostato, senza dare spiegazioni legate a lavoro (l’accattonaggio non è considerato tale) o ragioni di salute come prevede l’ultimo decreto ministeriale: così facendo aveva appunto valicato i confini del territorio comunale, da Pesaro a Vallefoglia. Da lì la denuncia. ale.maz.