Parte il nostro bosco verticale in concorrenza con il consorzio

Sul mercato oltre 100 appartamenti di target medio-alto tra viale Trieste e il porto: nessuno sa se. il mercato sarà in grado di assorbirli tutti. Curiosità: le due strutture portano la firma dello stesso architetto.

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Della serie ‘non ci facciamo mancare nulla’, anche Pesaro ha messo nel conto una versione locale del bosco verticale di Stefano Boeri, l’architetto dell’edificio che ha fatto tanto discutere e che tanta risonanza anche internazionale ha avuto, costruito a Milano. Il bosco vertticale di casa nostra, come si vede nella foto, verrà realizzato dietro all’hotel Excelsior esattamente sugli spazi che una volta ospitavano l’hotel Rex. Si chiamerà ‘Trieste 100’, una decina di piani pieni di terrazzi verdi. E nella recinzione dell’area che annuncia questa edificazione, c’è anche un numero di cellulare per eventuali contatti. L’edificio è stato realizzato dall’architetto Marco Gaudenzi ed i terreni sono dell’imprenditore Nardo Filippetti.

E qui viene il bello perché si è di fronte ad una specie di sondaggio per tastare il terreno del mercato e della potenziale clientela. Questo perché è stata costituita già la società di scopo per arrivare alla demolizione e poi alla edificazione dell’ex consorzio agrario del porto.

Il... bosco verticale di viale Trieste prevede una trentina di appartamenti; i due blocchi che sono previsti al porto, di appartamenti ne prevedono poco meno di 80. Riesce il mercato locale a reggere, contemporaneamente, oltre un centinaio di appartamenti di target medio-alto? Questo il problema e questa la corsa che si è innescata per chi parte per primo per l’edificazione di queste due nuovi blocchi abitativi.

Se per l’edificio dove sorgeva l’ex hotel Rex si sa tutto, sull’altro fronte siamo al termine della storia, anche perché a fine settembre scadono tutte le licenze, per cui dove la nuova proprietà dovrebbe iniziare tutti gli iter amministrativi. E questo è quello che nessuno vuole. Allora... il consorzio agrario del porto appartiene alla società Carducci che è stata acquistata da un fondo israeliano che ha come ‘front man’ Paolo Giorgini, un geometra di Fano che sta lavorando ormai da diversi mesi su questa storia. Una storia da oltre 6 milioni di euro e che vedeva il coinvolgimento iniziale, pare con delle quote, dell’avvocato Paolo Tanoni che ha guidato molti affari anche in provincia a partire dalla vendita dell’Eden Viaggi. Quindi c’è il partner industriale che sarebbe la Renco costruzioni, un colosso del settore. La Renco nella nuova società di scopo (Calata 42 il suo nome?) dovrebbe entrare con una quota vicina al 25% per cento. I tempi di abbattimento della struttura che da decenni campeggia al porto dovrebbero essere stati fissati per la fine di settembre per poi partire con i lavori di edificazione. Stesso discorso vale anche il bosco verticale ‘Trieste 100’. Giorgini che rappresenta il fondo israeliano non si pone il problema: "Noi al porto puntiamo non solo sul mercato locale, ma anche su famiglie e investitori che arrivano dal nord Italia e da Milano. Non solo, perché contiamo anche su investitori stranieri".

m.g