Patrick Ceccomarini, i doni per i genitori prima del suicidio

Calcinelli, in un video le sue ultime parole: "Non ero più disposto a vivere"

Patrick Ceccomarini, 23 anni, in un selfie con i genitori

Patrick Ceccomarini, 23 anni, in un selfie con i genitori

Colli al Metauro (Pesaro e Urbino), 15 novembre 2018 - Prima di gettarsi dalla finestra della cucina di casa, in via Gobetti a Calcinelli, aveva prenotato e pagato i regali per i suoi genitori: buoni libro e una cena in pizzeria il 15 dicembre per il compleanno del papà e una composizione floreale per la mamma per Natale. Patrick Ceccomarini aveva pianificato tutto, raccomandandosi alla fioraia della consegna a domicilio il giorno concordato. Non ha voluto lasciare nulla in sospeso Patrick, come se la vita degli altri dovesse scorrere come sempre.

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E martedì scorso, prima del volo dal terzo piano, il 23enne è andato da Barbara Boncopagni, la sua fioraia di fiducia, per ritirare la corona d’alloro da indossare per la laurea: «Era un mio affezionato cliente, un ragazzo educato e affettuoso, che mi regalava ogni tanto dei cioccolatini quando gli facevo le consegne a domicilio. Mi aveva ordinato quella corona 15 giorni prima e quella mattina mi ha detto che avrebbe dovuto laurearsi alle 11,30. Avevo in mente di regalargli una rosa, come omaggio per la laurea, ma dieci minuti dopo mi hanno detto della tragedia».

Patrick non frequentava i bar né i ritrovi giovanili di Calcinelli, preferiva restare in casa e preparare succulente pietanze da condividere con i suoi amati genitori. La passione per la cucina l’aveva portato a collaborare con un periodico locale e a fondare un blog. I dolci erano la sua passione, come ricorda Graziella, la titolare della pasticceria dove lui andava spesso a comprarli. Alle serate nei locali del paese, frequentati dai suoi coetanei fino a tardi, lui preferiva una vita più ritirata, tra le mura domestiche, svagandosi con i videogiochi e internet. Ma in un passaggio dei video di saluto che ha lasciato ai familiari, visionati dagli inquirenti, Patrick si rivolge alla stampa che parlerà del suo suicidio: «Non scrivete che sono stato vittima dei videogiochi. Non c’entrano niente. Non ero più disposto a vivere».

Il sindaco, Stefano Aguzzi, ha inviato le condoglianze alla famiglia: «La tragedia mi ha toccato profondamente – ha commentato il primo cittadino – e deve indurci ad una riflessione, che riguarda l’intera comunità. Dobbiamo imparare ad ascoltare gli altri, ma è indispensabile modificare il ritmo della nostra vita, a tratti frenetica, per avviare una soddisfacente comunicazione. Il malessere, spesso nascosto, può manifestarsi con esiti imprevedibili e noi tutti abbiamo il dovere di riconoscerlo e farlo emergere. A cominciare dalla famiglia, passando per la scuola e le altre agenzie educative presenti sul territorio, è opportuno vigilare e aiutare chi, anche se in modo non esplicito, dimostri una sofferenza. Le due tragedie, avvenute ad un giorno di distanza l’una dall’altra, hanno sconvolto la nostra comunità. Una comunità che non presenta tensioni sociali, ma a condizione di essere disposti a venirsi incontro l’un l’altro». Patrick è stato ricordato ieri anche dal rettore dell’Università di Urbino Vilberto Stocchi in apertura dell’anno accademico.