Patto per l’arte nel nome di Meuccia

La Fondazione Severi annuncia un importante sodalizio con l’Accademia Raffaello di Urbino

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Ieri Carlo Grossi, presidente della Fondazione Meuccia Severi di Pesaro e Luigi Bravi presidente dell’Accademia Raffaello di Urbino, si sono stretti la mano. E’ nato un sodalizio tra istituzioni che perseguono obiettivi molto simili: favorire le arti e l’emancipazione dell’uomo attraverso la cultura del bello. Ieri, nella villa museo di Meuccia Severi – imprenditrice del tessile, mecenate dell’arte, collezionista, filantropa morta nel 2019 all’età di 97 anni – l’intesa è stata presentata alla stampa.

"Trovare il sostegno di una Fondazione, come quella della Meuccia Severi, è ragione di festa – ha osservato Bravi – si può pensare insieme a tutto ciò che le condizioni contingenti ci impediscono di affrontare con agio. Con l’impegno reciproco le iniziative dell’Accademia Raffaello manifesteranno che la Fondazione Meuccia Severi soccorre una programmazione – quella dell’Accademia – sempre molto attiva: non solo per quanto riguarda l’arte contemporanea e il mondo delle esposizioni, ma anche quello che riguarda l’editoria tra le nostre attività principali. Con questo accordo mettiamo in moto, in questo luogo ricco di suggestioni, una serie di idee. E’ un fatto di portata civica notevole: quello che il mondo del lavoro ha raccolto, oggi viene restituito alla cultura con un auspicabile effetto moltiplicatore".

Ha ragione Bravi: il luogo – la villa di Meuccia Severi e del marito Arrigo Salvaterra – è veramente ricco di suggestioni. Di recente i pesaresi di oggi l’hanno rivista, aperta per le giornate Fai. Fin dal giardino, quando salendo dal fondo di via Kennedy si arriva alla collina verde che annuncia l’ingresso alla villa. Giganti e luminose, sulla sinistra ad accogliere l’ospite sono due sculture di Arnaldo Pomodoro. Poco più in là, lo sguardo coglie un altro monumento dell’arte universale come l’uomo con i gabbiani di Giuliano Vangi, attorniato dai cipressi rigorosi nel verde e nella forma. Severi aggiunse queste opere alla sua già notevole collezione d’arte, negli ultimi anni di vita, proprio perché sapeva che le avrebbe lasciate ai posteri. Amava toccare forme e superfici. Lo stesso Armando Ginesi, nella prefazione al catalogo sulla collezione della Fondazione scritto da Federica Facchini, sottolinea la preferenza per la scultura, a fronte comunque di un patrimonio curioso e interessante perfino nelle arti applicate. Ai pesaresi che hanno frequentato i Severi Salvaterra torneranno alla mente i ricevimenti estivi, spesso fatti a luglio di ogni anno, vissuti a bordo piscina. Un anno Meuccia invitò atlete di nuoto sincronizzato ad aprire la festa. Ieri il fondale in acciaio cromato esaltava la limpidità dell’acqua, nonostante la destagionalità. "Mia zia Meucci a voleva che tutto fosse sempre perfetto – ha ricordato Grossi –: amava la puntualità anche nella forma. Credeva nell’emancipazione dell’uomo attraverso l’arte e la cultura: per questo la sua Fondazione sosterrà l’Accademia Raffaello. Ma ha sempre aiutato le persone meno fortunate". Non è un caso che il neonato Osservatorio della Caritas è intitolato proprio a Meuccia Severi.

Solidea Vitali Rosati