
Il partito democratico di Urbino scende in strada per chiedere che la sanità privata non prenda il posto di quella pubblica. Ieri mattina, vari esponenti hanno manifestato davanti all’ospedale di Urbino, al fine di sensibilizzare i cittadini e chiedere unità, tra le forze politiche, nel cercare di ottenere miglioramenti. "Sempre di più la sanità pubblica è messa in disparte per favorire quella privata – commenta Giorgio Ubaldi, segretario del Pd urbinate –. Questo è un progetto che l’attuale Governo intende portare avanti a livello nazionale, ed è ormai chiaro: la sanità pubblica è in difficoltà e si trovano meccanismi e situazioni che obbligano i cittadini a scegliere il privato, pagando. Se comunque esiste una fascia in cui è possibile contemplare questo, per visite particolari o urgenze, credo che ciò non debba diventare il sistema del Paese. Siamo in piazza per dire questo, lo facciamo a livello locale e regionale: deve tornare l’idea che la sanità pubblica debba salvaguardare tutti. La sanità e di tutti e noi ci batteremo per questo".
Guardando il piano regionale, Maricla Muci attacca il Piano sociosanitario elaborato dalla Giunta Acquaroli, definendolo "ricco di grandi promesse, come riaprire i piccoli ospedali, anche se non si capisce con che risorse o personale. Si fa una riforma senza soldi e la nostra provincia è la più penalizzata: lo si vede anche dalla delibera fatta in settimana per finanziare prestazioni aggiuntive, che a noi assegna meno risorse che ad altri. La riforma prevede quattro ospedali tutti di primo livello, rischiando di scatenare una guerra tra poveri e, visto che il personale manca, appoggiandosi a quello delle cooperative, più costoso ed estraneo alle équipe mediche, quindi abbassando la qualità delle prestazioni. Poi c’è il dramma del Pronto soccorso di Urbino, che invito l’amministrazione comunale ad affrontare seriamente: ci sono tempi lunghissimi e, quando va bene, le persone aspettano su una barella, altrimenti stanno su delle sedie. Il dipendenti lavorano con professionalità, ma non possono fare miracoli. Infine, mancano medici nel territorio, mentre ci sono liste d’attesa infinite al Cup e la Regione, invece di intervenire, ha diramato una circolare ha imbavagliato il personale, il quale non può parlare, ma solo dare appuntamenti, sempre che ci sia posto. Perciò siamo qui, per sensibilizzare i cittadini e chiedere un patto d’unione alle forze politiche, affinché si metta mano a questi problemi".
Nicola Petricca