Pedofilia a Pesaro, barista sessantenne rischia tre anni per abusi su una bimba

Questa la pena chiesta dalla procura per il 60enne pesarese, accusato di violenza ai danni di un’amichetta della figliastra

Pedofilia a Pesaro, barista sessantenne a processo per abusi su una bimba

Pedofilia a Pesaro, barista sessantenne a processo per abusi su una bimba

Pesaro, 28 aprile 2022 - Tre anni di carcere. È la pena chiesta ieri mattina dalla procura per il barista pesarese di 60 anni finito a processo con l’accusa di abusi sessuali su una bimba di 11 anni, amica della figliastra. La vicenda risale a settembre 2019. Il 60enne era amico dei genitori della minore e patrigno della sua amichetta del cuore. Secondo il racconto che la stessa vittima aveva fatto alla sua mamma, quell’uomo più grande di lei di 50 anni, aveva cominciato a starle troppo vicino ogni volta che andava a giocare con la figliastra. Una volta si era sentita proporre il "gioco del dottore", ma con quella scusa si era ritrovata con le mani del 60enne sotto i pantaloncini. In un’altra occasione, l’uomo si era offerto di accompagnare lei e la figlia al centro estivo e in quel frangente avrebbe di nuovo allungato le dita, mentre una terza volta si sarebbe avvicinato col pretesto di farle dei "grattini". Sempre lì, all’inguine.

Ma all’ultimo assalto, il 60enne avrebbe preteso di più e, approfittando di essere seduti vicini sul divano, le ha afferrato la manina e se l’è messa sui genitali. A quel punto, la bambina si è alzata con la scusa di andare in bagno per mettere fine a quei palpeggiamenti. E una volta tornata a casa, ha raccontato tutto alla mamma. La donna è corsa a fronteggiare il vicino. Lo ha registrato. E lui si sarebbe giustificato dicendo di essere malato, di non denunciarlo perché avrebbe pagato. Ma la mamma ha riferito tutto alla procura. E il pm Silvia Cecchi aveva chiesto il rinvio a giudizio per il 60enne.

Il barista aveva scelto il rito abbreviato. E ieri il pm ha concluso la propria requisitoria, presentando un conto di 3 anni di carcere. La mamma della minore si è costituita parte civile, con l’avvocato Pia Perricci, che ieri ha chiesto la liquidazione di una provvisionale di 40mila euro per la donna e di 150mila per la piccola. Per la sentenza bisognerà aspettare il 22 giugno. "Risulta difficile la quantificazione di una pena nel caso di violenza, ancor più quando si tratta di bambini – commenta l’avvocato Perricci - perché questa parte di vissuto può influire negativamente per sempre nella vita di una persona. Nei casi di violenza, spesso la vittima si sente colpevole e ha paura di essere giudicata. Ma in questo caso, la bambina ha avuto il coraggio di confidarsi con la mamma e la mamma ha avuto la forza di sorreggere la figlia e di affidarsi alla giustizia. Per prevenire simili violenze, occorre far rete ed essere pronti ad aiutare chiunque ne abbia bisogno".