Pesaro, dirigente in pensione lavora gratis. "Ho detto subito sì"

La funzionaria comunale è stata per 22 anni responsabile dell'ufficio tributi. "Ora in ufficio sei mesi senza stipendio per istruire il mio successore"

Oriana Mussoni, 63 anni, lavorerà gratis per 6 mesi

Oriana Mussoni, 63 anni, lavorerà gratis per 6 mesi

Pesaro, 1 ottobre 2019 - Oriana Mussoni, 63 anni, originaria di Rimini, sposata, con figli. vive a Vallefoglia, in provincia di Pesaro e Urbino.  È dipendente di enti pubblici da 43 anni, di cui 22 passati all’ufficio tributi di Pesaro col ruolo di responsabile. Ieri è stato l’ultimo suo giorno di lavoro. Da oggi scatta la pensione. Ma per modo di dire. In realtà il Comune di Pesaro l’ha ingaggiata per altri sei mesi con un contratto di lavoro che prevede lo stesso tipo di mansioni di prima, ma con la differenza che a fine mese non pagherà un euro alla funzionaria comunale. Lei dovrà lavorare gratis. E ha detto subito di sì. La possibilità di reclutare pensionati a costo zero è prevista da una norma del 2001, che permette di assoldarli, appunto a titolo gratuito, per dare consulenza agli enti pubblici. Ci sono voluti poi circolari del 2014 e del 2015, emanate dal ministero per la Semplificazione, per chiarire una volta per tutte che i pensionati possono lavorare ma senza pretese. Nemmeno di un rimborso spese.

Lei si sente indispensabile? «No, assolutamente no. Già queste domande mi mettono in ansia perché io sono timida e defilata. Anzi, come ha saputo, come mi ha trovata?»

È tutto scritto sull’albo pretorio. «Addirittura?»

È in pensione da poche ore, ha fatto la festa con pasticcini e coca cola, ma non può godersela perché torna subito in ufficio. Come l’hanno convinta a lavorare gratis per altri sei mesi? «Se devo essere sincera non ci hanno messo molto a convincermi. Ho detto subito di sì affinché il passaggio di testimone alla guida dell’ufficio avvenga nel migliore dei modi e senza errori, soprattutto per i cittadini».

Il Comune non sa ancora chi mettere al suo posto? «Deve essere individuato. Una volta scelto sarà necessario un periodo di affiancamento con me per rendersi conto del tipo di lavoro che andrà a svolgere».

Lei è stata per tanti anni il volto delle tasse comunali agli occhi dei contribuenti pesaresi. Come si è sentita in quel ruolo? «Bene, sapendo di non fare altro che il mio lavoro con la massima comprensione per chi era in difficoltà o non poteva pagare. Le rate sono state una bella risorsa».

Cosa rispondeva a coloro che si presentavano nel suo ufficio con un accertamento in mano e le lacrime agli occhi? «Dicevo una frase a cui ho sempre creduto fermamente: dormite senza problemi che tutto si risolve».

È andata così? «Abbiamo cercato di capire i problemi e analizzato ogni spiegazione, cancellando la pretesa quando c’era l’errore nostro e trovando un modo equo per incassare il dovuto attraverso la rateizzazione come prevede la legge».

Negli enti pubblici succede spesso il contrario: dipendenti assenteisti e presenti svogliati. Con lei che lavora gratis va cambiata la casistica nazionale del lavoratore pubblico. «Non credo di essere un’eccezione assoluta e comunque non mi sento una stakanovista né qualcuno che intende rimanere attaccato alla poltrona o al ruolo. Tutt’altro. Siamo in quattro e il lavoro non manca. Essendo necessario far arrivare un nuovo responsabile del servizio, mi sono sentita in obbligo di lasciare in buone mani l’ufficio tributi di questo Comune».

Ma oltre a lavorare gratis quali altri obblighi si ritrova? Deve arrivare sempre puntuale? «No, diciamo che non timbro più il cartellino. Entro spedita. Si stabilirà con le colleghe il lavoro da fare e la mia presenza. Va bene la disponibilità ma sono pur sempre in pensione».

A proposito, è andata prima del tempo? «Ho fatto ricorso a quota 100, altrimenti sarei dovuta rimanere ancora un po’ ma non potevo».

Sicura? «Per altri sei mesi sì, oltre no».