Peronospora nelle vigne. Una vendemmia dimezzata

L’allarme di Coldiretti per lo sviluppo del fungo dovuto alla troppa umidità. Il presidente Di Sante: "Danni ingenti provocati anche dalla grandine" .

Peronospora nelle vigne. Una vendemmia dimezzata
Peronospora nelle vigne. Una vendemmia dimezzata

Una media produttiva dimezzata rispetto all’abbondanza dello scorso anno. È una vendemmia difficile quella che i viticoltori della provincia di Pesaro Urbino stanno affrontando in questi giorni dopo mesi contrassegnati da tanta pioggia, qualche grandinata e l’insorgenza della peronospora. La malattia funginea si è sviluppata ed è riuscita a prosperare proprio a causa dei terreni troppo allentati dall’acqua che non consentivano agli agricoltori di entrare in campo per effettuare i trattamenti di protezione. E ora? "Sono ottimista e nonostante tutto sono certo che il vino di quest’anno sarà di buona qualità – spiega Tommaso Di Sante, presidente di Coldiretti Pesaro Urbino –. Mi fido dell’esperienza dei viticoltori pesaresi che sarà fondamentale sia in fase di raccolta che per la successiva lavorazione in cantina. In generale la situazione non è omogenea in tutta la provincia, proprio come vediamo nel resto d’Italia. Ci sono aree che non sono state interessate dall’aggressione della peronospora, altre nelle quali dove non è arrivato il fungo ci ha pensato la grandine a portare via il poco che si era salvato. Basti pensare che alcuni coltivatori avrebbero vendemmiato talmente poco che hanno preferito, per contenere le spese, non avviare affatto i lavori di raccolta". Proprio Coldiretti, a livello regionale, aveva denunciato la situazione avviando un monitoraggio sul territorio e chiedendo alla Regione Marche di attivare misure a sostegno delle aziende colpite. Un quadro comunque tutto da definire anche continuando a guardare il meteo, positivo in questi primi giorni di piena operatività della vendemmia. "Il caldo del giorno e il fresco notturno creano quello sbalzo termico ideale per l’aromaticità dei bianchi – aggiunge Di Sante – Abbiamo già raccolto le varietà precoci come Chardonnay, Sauvignon e basi spumante mentre in questi giorni abbiamo iniziato a occuparci del Bianchello. Da lunedì è partita la raccolta del Sangiovese".

Nella provincia di Pesaro Urbino sono circa 1200 gli ettari che ospitano filari. La produzione 2022 ha sfiorato i 107mila ettolitri. Una produzione orientata verso la qualità certificata visto che il 75% del totale è destinato a doc, docg e igt. Proprio il Bianchello, con oltre 1 milione di bottiglie e 11.708 ettolitri (dati Valoritalia rispetto alla vendemmia 2022) è la denominazione più prodotta in provincia. Seguono Colli Pesaresi (487mila bottiglie, quasi 7.300 ettolitri) e Pergola (36mila bottiglie, 460 ettolitri). Vini molto apprezzati anche all’estero con il valore degli scambi tra la provincia e i paesi stranieri, soprattutto negli Stati Uniti, Olanda, Germania e Francia, salito a circa 8 milioni di euro nel 2022 e a 1,4 milioni di se guardiamo ai dati del primo trimestre 2023: più 41% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

d.e.