Pesaro: alberghi, abitazioni, ospizi quando vincono degrado e sporcizia

Ricognizione degli immobili abbandonati alle porte della città ma anche al centro e nella zona mare. L’assessore Belloni sollecita i privati: "Ora ci sono tante possibilità di rigenerazione urbana da cogliere"

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Sono lì da secoli. Tra poco diventano monumenti. Invece sono solo palazzi cadenti, alberghi abbandonati, scheletri di case, immobili fatiscenti. Il Comune ha cercato di arginare la situazione imponendo tre anni fa ai proprietari una copertura esterna e qualche risultato è stato raggiunto ma è durato poco. I teli che coprivano le strutture sono già volati via. Così l’ex sede del Cif in strada delle Marche è di nuovo visibile in tutta la sua decadenza e pericolosità, due scheletri di case continuano ad ornare le prime curve della panoramica San Bartolo, l’ex hotel Sporting si staglia minaccioso col suo abbandono secolare su via Nazario Sauro e chissà che cosa ci sarà all’interno, spesso oggetto di incursioni. Chiuso da decenni l’hotel Vienna in piazzale D’Annunzio, chiuso da sempre l’hotel Lido, sbarrato l’ex convitto di viale Trieste, chiuso l’hotel La Bussola, seppellita nell’abbandono l’imponente villa Marina che l’Inps mette all’asta da anni senza nessun risultato. Tenuto meglio ma pur sempre abbandonato l’hotel Principe in viale Trieste, che un’operazione ardita lanciata quattro anni fa dall’amministrazione comunale aveva fatto pensare ad un "taglio" di almeno 4 piani spostando quei volumi in un altro edificio del proprietario. Operazione che alla verifica dei fatti è naufragata lasciando tutto com’è.

Enzo Belloni, assessore all’operatività, dice: "Cerchiamo di tenere in ordine tutte le nostre proprietà e quelle degli enti pubblici come il San Domenico, il San Benedetto, palazzo Ricci, palazzo Mazzolari, la nuova questura nell’ex intendenza di finanza per la quale aspettiamo le decisioni del ministero per l’approvazione dei progetti. I soldi ci sono, oltre 6 milioni, e dunque dobbiamo andare spediti. Proviamo a riqualificare questi contenitori che altrimenti andrebbero a cadere. E anche palazzo Perticari, che è privato, ma che dopo tanti anni di lavori è diventato un gioiello per la città intera". Ma aggiunge Belloni: "E’ sempre difficile fare i conti nelle tasche degli altri per sistemare vecchi alberghi o proprietà private, e credo che il 110% possa risolvere molti problemi per i privati, ma è indubbio che molti immobili come l’ex Cif o il distributore abbandonato dell’Agip sono biglietti da visita non gradevoli. Ma il Comune cosa può farci? Non possiamo obbligare nessuno a ristrutturare, ma solo spingerli con gli strumenti urbanistici che guarda anche agli alberghi a riqualificare gli immobili. L’importante è confrontarsi con gli uffici comunali e sfruttare le occasioni che l’Urbanistica sta mettendo in campo proprio in questo momento".

ro.da.