Pesaro e Urbino zona rossa: la Regione Marche prepara i sindaci alla stretta

Sempre più probabili le restrizioni provinciali come ad Ancona e Macerata

Aumentano i contagi, la provincia di Pesaro e Urbino verso la zona rossa

Aumentano i contagi, la provincia di Pesaro e Urbino verso la zona rossa

Pesaro, 7 marzo 2021 - Da domani, è quasi certo, anche la nostra provincia entra in zona rossa. La Regione, e l’assessore alla Sanità, Filippo Saltamartini, ancora non lo dicono ufficialmente perché attendono appunto di analizzare domani i dati della settimana appena passata per calcolare la media sul totale dei contagi ogni 100mila abitanti e i numeri dei letti occupati negli ospedali. Attualmente siamo a 190 circa di positivi, ma, dice Saltamartini, la provincia di Pesaro e Urbino si sta velocissimamente avvicinando alla soglia limite di 250 casi su 100mila abitanti. La nostra curva dei contagi ricalcherebbe, sfasata di pochi giorni, il picco di Macerata. Se ai nuovi positivi si aggiunge la pressione sugli ospedali, la sentenza è scritta: diventiamo rossi.

L'aggiornamento Pesaro zona rossa. "Così evitiamo che chiudano tutte le Marche"

Per 'preparare' gli animi, l’Asur ha convocato per ieri alle 12, on line, i sindaci di tutti i comuni della provincia. Circa 50 presenti. Oltre a loro e a Saltamartini, il direttore Area vasta Romeo Magnoni e il dg Asur, Nadia Storti. "I parametri portano al rosso", dice Saltamartini ai sindaci riuniti. "Interveniamo in modo chirurgico sulle aree interessate dal picco dei contagi – aggiunge poi in serata – sperando così di abbassare l’indice della regione. E mantenere Fermo e Ascoli in arancione, evitando che tutta la regione vada in rosso, magari per decisione del Cts. Probabilmente verrà accorpata Geriatria a Marche nord per far posto a nuovi posti letto covid".

Di fronte alle nuove inevitabili restrizioni nessun sindaco osa opporre resistenza. La logica è: provvedimenti dolorosi ma necessari. Ma almeno, "avvertiteci in tempo". Lo ribadisce il sindaco di Mondolfo, Nicola Barbieri: "Abbiamo chiesto di essere avvertiti il prima possibile per informare le famiglie, visto che in rosso tutte le scuole chiudono, e avere così un margine di almeno due o tre giorni. Poi si è parlato anche delle vaccinazioni: perché molti cittadini ci chiedono quando si comincerà a vaccinare la fascia dopo gli over 80, la Regione ancora non ci ha dato date precise". Che la situazione sia grave lo rimarca il sindaco di Vallefoglia, Ucchielli: "La sensazione è che abbiano già deciso la zona rossa. I dati da noi sono buoni, da 20 giorni abbiamo contagi più o meno costanti, intorno a 50, eravamo arrivati a 150. Ma siamo circondati".

Per il comune di Pesaro partecipa l’assessore Riccardo Pozzi: "Finiremo in zona rossa, arancione rafforzata? Ancora non lo so. Intanto chiudono le scuole di ogni ordine. Noi chiediamo anticipo e chiarezza nella comunicazione dei provvedimenti. Non possiamo metterli in discussione. Io dico che sulle scuole la Regione non ha provato a fare tanti tentativi per farle funzionare in sicurezza. Restiamo comunque disponibili a lavorare assieme per contenere la terza ondata".

Il sindaco di Fano, Massimo Seri: "Bene hanno fatto a convocarci, tra l’altro noi sindaci non abbiamo ancora un presidente. Il rosso? Doloroso, ma se serve per tutelarci si può rivelare la scelta migliore. Per Fano ho chiesto una maggior organico per i tamponi alla Protezione civile". Il sindaco di Urbino, Maurizio Gambini: "La preoccupazione più grande anche nell’entroterra è che l’ospedale di Urbino con l’aumento dei casi possa esser di nuovo coinvolto come nella prima ondata. Mi sono raccomandato a Saltamartini; richiamate i medici condotti per curare le persone a casa ed evitare l’ospedalizzazione, attivando le Usca che fanno un ottimo lavoro. L’ospedale di Civitanova: tanto criticato, io ho sempre detto che andava fatto e i fatti ci stanno dando ragione".