ANTONELLA MARCHIONNI
Cronaca

Pescheria: 26 candidati beffati. "Quel bando era un pesce d’aprile"

Ventisei candidati hanno tentato la scalata alla vetta della Fondazione Pescheria al grido "ne rimarrà soltanto uno". L’obiettivo era conquistare...

Dario Andreolli, consigliere comunale della Lega

Dario Andreolli, consigliere comunale della Lega

Ventisei candidati hanno tentato la scalata alla vetta della Fondazione Pescheria al grido "ne rimarrà soltanto uno". L’obiettivo era conquistare l’ambito ruolo di direttore generale dopo l’era di Silvano Straccini. Colpo di scena: sono tornati a mani vuote tutti e 26 perché il sindaco Andrea Biancani ha deciso di coprire quella carica con un dipendente già in carica, il dirigente comunale Marco Scriboni. Ascesa e declino di una selezione che non "s’aveva da fare" e l’opposizione critica la scelta di "accentramento e improvvisazione" del primo cittadino.

"Il bando è stato un pesce d’aprile del sindaco – contesta il consigliere comunale Dario Andreolli (Lega), che ha presentato in consiglio comunale un’interrogazione sul bando per la nomina del direttore della Fondazione Pescheria –. Una scelta che delegittima il concorso e offende chi ha creduto in una selezione meritocratica. Il bando è stato pubblicato il 1° aprile, possiamo dire che questo è il primo vero pesce d’aprile del sindaco ai danni dei professionisti del mondo della cultura. Ci sono evidenti limiti strutturali al nuovo assetto con un direttore scelto tra i dirigenti comunali e un Cda interamente nominato dal sindaco: che senso ha mantenere in vita una fondazione che vive quasi esclusivamente di fondi comunali, che è controllata politicamente e con un direttore scelto tra i dirigenti comunali? Siamo davanti a una scatola vuota, priva di autonomia, scollegata dalla funzione culturale per cui era nata. Il tutto avviene nel silenzio totale del vicesindaco Vimini che per anni ha adottato il modello opposto a quello voluto da Biancani. Ho presentato una interrogazione per il consiglio comunale su questo tema".

Tra l’altro i nominati nel nuovo assetto apicale della Fondazione hanno ereditato dalla precedente gestione una gatta da pelare non da poco. Soprattutto dopo la delibera dell’Anac che ha segnalato l’inconferibilità dell’incarico del precedente presidente, il vicesindaco Daniele Vimini. E tutti per gli atti firmati dal ‘presidente non presidente’, ad esempio i 4 milioni gestiti dalla Pescheria negli ultimi due anni, l’Anac ci ha spiegato che "spetterà al direttore generale, al cda o al nuovo presidente verificare se ci sono i presupposti per la ratifica. Chi lo farà si prenderà la responsabilità di dichiarare, per atto scritto, che quegli atti firmati dal ‘non-presidente’ non erano contrari alla Fondazione e al bene comune. Dovrà farlo per iscritto".

Antonella Marchionni