
La polizia durante uno degli ultimi interventi in zona mare, pochi giorni fa
Pesaro, 1 luglio 2025 – Quello che doveva essere il giorno più bello e spensierato, per chiudere un ciclo e dare il via ufficiale all’estate, ovvero la cena di classe dopo gli esami di terza media, si è trasformato in un incubo per un ragazzino di 14 anni. Pesarese, di buona famiglia, il classico bravo ragazzo, studente della Don Gaudiano, ha subìto un’aggressione in piena regola, in viale Trieste lo scorso venerdì sera, appunto poco dopo la festa con i compagni e i prof. In quel momento era solo: è stato afferrato al collo, gettato a terra e preso a calci da una banda di ‘maranza’. Così li ha definiti lui. Violenza cieca e gratuita.
A raccontare la vicenda, preoccupata e amareggiata, è la madre “perché si faccia molta attenzione”, Pesaro non è l’isola felice che tanti ancora credono che sia. Non più. Il giovane è ancora molto scosso e non se la sente di parlare, ma ci tiene che la madre lo faccia per lui, per “mettere in guardia i suoi coetanei - spiega la donna, pesarese residente in viale Battisti -. Non vuole che quello che gli è accaduto possa accadere ad altri”. Purtroppo però è già successo, e l’estate è appena cominciata: si tratta del quarto episodio violento in zona mare nel giro di pochi giorni, che ha dei giovanissimi come vittime e altri quasi coetanei come carnefici. Prima la ragazzina accerchiata e palpeggiata, poi il ragazzo disabile gettato a terra in bici, ancora la rissa in viale Trento e ora l’aggressione al 14enne.
Con la mamma ripercorriamo la sera del 27 giugno. Dopo la cena in un locale in spiaggia, i ragazzi hanno fatto il bagno di mezzanotte alla Palla di Pomodoro. “Di solito l’orario in cui deve rincasare sono le 23, ma noi genitori abbiamo tutti fatto un’eccezione, i ragazzi avrebbero poi fatto il pigiama party a casa di un compagno di classe - racconta la donna -. Sempre in zona mare, quindi poco distante dalla Palla, abitiamo tutti vicini, tra viale Battisti, viale Dante e viale Marconi. Non eravamo preoccupati”.
Poi cosa è successo? “Dopo il bagno una decina sono andati a casa del ragazzino che avrebbe ospitato il pigiama party - prosegue -, o meglio in giardino, per asciugarsi e lasciare gli zaini. Poi hanno deciso di riaccompagnare le ragazze del gruppo (che non avrebbero dormito lì) di nuovo in piazzale della Libertà, per non farle tornare sole”. Fin lì tutto tranquillo. Se non che il 14enne si accorge di non avere con sé il portafoglio, chiede allora al padrone di casa di prestargli le chiavi per tornare a recuperarlo. “5 minuti, nemmeno”.
Ma all’altezza del parco giochi, angolo viale Zara, il giovanissimo viene fermato, prima a parole, da un gruppetto di ragazzi, poco più che coetanei: “Ehi, hai una sigaretta?”. Gli chiedono. “Mio figlio non fuma e ha risposto di no, allora si sono avvicinati - continua -. Erano un po’ alterati secondo mio figlio, forse dall’alcol”. Accerchiandolo hanno iniziato a provocarlo: “Ti piace la mia collana? E il cappellino del mio amico? E la maglietta?”. Poi l’aggressione: uno di loro lo ha afferrato al collo, buttandolo a terra e prendedolo a calci, senza un perché. “Mio figlio mi ha detto di conoscerli di vista, bazzicano in zona. E’ stato in particolare uno l’autore dell’aggressione”. Italiani o stranieri? “Pare italiani, forse pesaresi, ma non abbiamo certezze”. Il ragazzo una volta a terra ha iniziato a gridare aiuto, due persone sono intervenute e gli aggressori si sono dileguati in un lampo.
Il 14enne sotto choc ha allora raggiunto gli amici che lo stavano aspettando alla Palla, ha riferito l’accaduto in lacrime, sono stati chiamati i carabinieri, ma della banda nessuna traccia. “Quando mi ha chiamato mio figlio sono morta di paura, per fortuna sta bene fisicamente, qualche livido ed ematoma. Certo psicologicamente è sconvolto. Ci vorrà del tempo. Ma bisogna fare qualcosa, ci vogliono più pattuglie, la situazione sta sfuggendo di mano”.