"Pieve di Cagna, salviamo le mura antiche"

L’appello del gruppo di minoranza ’Urbino Rinasce’, che denuncia: "Stanno crollando. Si restaurino e parta da lì la riqualificazione del borgo"

"Pieve di Cagna, salviamo le mura antiche"

La base del bastione. A destra: il rattoppo di. mattoni. Sotto: Bacchiocca e Giovanelli

"Le antiche mura di Pieve di Cagna stanno crollando". A lanciare l’appello per salvare dalla totale rovina i resti della cinta muraria del borgo nelle campagne urbinati è la lista ‘Urbino Rinasce’, gruppo di opposizione guidato in Consiglio da Oriano Giovanelli. "Nascoste dalla vegetazione e in cattive condizioni conservative – spiega Matteo Bacchiocca, il membro del gruppo che segue la vicenda – le antiche mura di Pieve di Cagna sono ciò che resta della sua storia castellana. Probabilmente edificate nel ’400, sono censite come bene d’interesse dal Ministero dei beni culturali, un privilegio che l’amministrazione comunale, ente proprietario, non ha mai saputo o voluto sfruttare per dare avvio a una progettazione di riqualificazione del borgo. Arrivando a Pieve di Cagna e salendo verso il luogo dove anticamente sorgevano chiesa e castello, è ancora possibile scrutare tra le piante infestanti e i cumuli di terra franata alcuni tratti di antiche mura fatte con blocchi di pietra squadrati e ben posizionati. Quello che emerge per primo dalla boscaglia in prossimità del ciglio della strada è la base di un bastione angolare, di cui non si riesce a comprendere la reale estensione. Proseguendo, se si osserva bene, si vedono altri tratti di cinta muraria non sempre in ottimali condizioni conservative. In tempi recenti sono stati attuati interventi di messa in sicurezza a macchia di leopardo addossando alla muratura originaria un nuovo muro in mattoni: soluzioni necessarie, certo, se non c’erano alternative, ma prive di qualsiasi senso estetico con il contesto originale".

Tuttavia gli interventi non hanno fermato il degrado. Proseguono da ‘Urbino Rinasce’: "Né in passato né oggi si sta facendo niente di duraturo, con il rischio di nuovi cedimenti e crolli che possono diventare un fattore di pericolo anche per chi vi abita in prossimità. Tra l’altro il completo abbandono ha favorito la supremazia delle infestanti che, penetrando tra le pietre, ne stanno indebolendo la struttura. Non c’è più tempo da perdere, occorre intervenire in maniera programmatica. Noi crediamo che il recupero dei borghi debba partire anche dalla loro storia e dai monumenti, come promotori di aspetti identitari di quei luoghi, prima ancora di pensare a nuove cementificazioni o demolizioni di ogni genere. Chiediamo all’amministrazione comunale di prendere l’impegno innanzitutto a eliminare le piante infestanti che nascondono le antiche strutture e poi a procedere a una fase di studio per arrivare a un progetto di restauro e valorizzazione delle mura. Se ci sarà un progetto pronto, sarà possibile anche partecipare a bandi esistenti di finanziamenti regionali ad hoc per il recupero delle mura storiche, che finora sono stati ignorati. La riqualificazione del borgo partendo dalla sua storia monumentale dovrà poi integrarsi con progetti culturali, turistici e aggregativi sia all’interno dell’antica Pieve sia intorno alle mura, cuore della storia di questo borgo. Tutelare e promuovere le testimonianze storiche dei luoghi – chiudono dal gruppo di minoranza – è segno di rispetto verso la cultura del passato e il proprio territorio, oltre a essere un investimento per un incrementare l’attrattività residenziale e turistica nel nostro entroterra".

Giovanni Volponi