Pinocchio: un titolo, un universo. Simboli, esoterismo, archetipi, in una delle fiabe e dei libri più conosciuti e letti al mondo. A svelarne i segreti, domani, nell’ambito della collana "Classici per un anno", alle 17 e 30, al castello Brancaleoni di Piobbico, è Rossano Baronciani, 57 anni, docente (di Letteratura italiana) al liceo artistico Mengaroni, oltre che alle Accademie di Belle arti di Venezia e Urbino. La serata prevede letture del testo di Noah Agabiti, Tommaso Andruccioli, Corrado Capparelli e Chiara Ferri.
Baronciani, qual è il segreto di Pinocchio?
"Che è un libro ’stratificato’, cioè con più livelli di lettura, quindi oltre all’immaginario e ai personaggi, nasconde una narrazione solo apparentemente semplice di significati e contenuti: cose che richiamano a una interpretazione simbolica e forse esoterica del mondo"
Spieghi meglio...
"Il più importante di questi concetti è il ’daimon’, centrale nella cultura classica greca, citato da Platone e ripreso da psicanalisti moderni come Hillman, che sta a indicare la nostra parte animica, che per evolversi deve affrontare una serie di prove e ostacoli. Quindi Pinocchio è inizialmente una vita a livello grezzo, il legno appunto, che deve trasformarsi in un bambino, ed evolversi da un livello più basso a uno più alto. Il tema è che per migliorarci dobbiamo imparare tutta una serie di lezioni che la vita ci pone di fronte. Pinocchio affronta l’ostacolo che l’anima trova per diventare bambino, dalla condizione di legno"
C’è anche un lieto fine.
"Infatti, lui diventa bambino in carne e ossa quando capisce che quello che deve affrontare è una definizione più alta di sè. Ne parla Platone nel mito di Er, quando dice che la nostra anima si reincarna, e lo fa perchè ha un compito preciso, cioè evolversi in una definizione migliore del suo sè".
Ma secondo lei, Collodi, tutte queste cose complicate le sapeva?
"Quesito interessante, lui si è ipotizzato appartenesse alla massoneria, dove esistono codici esoterici tramandati. Ma non abbiamo prove, si sa non aveva simpatia per la Chiesa, anche se aveva uno zio prete... Ma per me queste cose lui le sapeva, e le ha restituite con una fiaba..."
Non potrebbe essere che tutte queste interpretazioni gliele affibbiamo noi ora, e che lui abbia fatto solo una opera di strabiliante, ma pura e semplice, fantasia?
"Qualcuno lo sostiene. Ma se lui l’abbia fatto inconsciamente o meno, i riferimenti ci sono, decine di indizi che emergono. Un autore prende da quello che sa e ha studiato. Forse lo zio prete lo ha erudito..."
Lei parla di esoterismo: cosa intende esattamente?
"Conoscenze nascoste che per essere divulgate devono essere spiegate. Concetti in filigrana. Vedi la balena. In realtà esser fagocitati da un animale grande e viverci dentro è un tema ricorrente, vedi Giona nella Bibbia, o altri miti e leggende che parlano di gente vissute nelle balene. La balena è il periodo di latenza in cui ti devi trasformare, una specie di grande utero, in cui non sei più quello che eri ma non sei ancora quello che sarai: sei un embrione, infatti poi Pinocchio quando esce diventa un bambino..."
Allora è questa la fortuna del libro, aver veicolato questi simboli che arrivano dritti all’anima?
"Sì, Collodi ha costruito un grande immaginario utilizzando simboli che ci penetrano, e per questo ci affascina. E’ una fiaba dietro cui c’è tanta conoscenza, che con parole semplici racconta il segreto dell vita: che ti devi evolvere. In fondo il legno è una forma grezza di vita, da cui si parte per ambire a diventare migliori di quelli che eravamo".