Pioggia di firme per i centri estivi "Ora il Comune aiuti le famiglie"

Centinaia di bambini esclusi dalle strutture, parla la mamma che ha promosso la petizione. Fissato per oggi un incontro con l’assessore Camilla Murgia: "Chediamo l’apertura di altre strutture"

Migration

di Solidea Vitali Rosati

"A seguito della situazione di disagio creatasi con l’uscita delle graduatorie per gli ingressi al nido estivo 2022 – dove quasi il 50% dei bambini iscritti è rimasto escluso – procediamo con una raccolte firme al fine di richiedere l’apertura di 1-2 strutture (valutando risorse e personale) per il reinserimento di buona parte di coloro ad oggi non ammessi". Esito della petizione scattata tra i genitori delle scuole (nidi e infanzia) comunali? Ben 115 firme in soli tre giorni. Veronica Gasparri, la mamma promotrice della petizione, ora nutre un pizzico di speranza: "Speriamo di essere utili. Sindaco apra un’altra struttura – dice –. Assolutamente credo sia la cosa giusta da fare. La mia è una richiesta e non è una polemica. I bambini sono importanti. Lo è la loro crescita ed è giusto promuovere iniziative che lo consentano". Gasparri non ha in prima persona questo problema: "No, mio figlio è stato accolto al nido estivo – conferma –. Insieme alle altre mamme, però, ci siamo mosse per una questione di principio, solidali con le famiglie che avrebbero voluto iscrivere i propri figli al centro estivo comunale e non hanno potuto farlo". Gasparri, in qualità di genitore di un bimbo iscritto ad uno dei nidi comunali, è tra i presidenti dei comitati di gestione, invitati oggi dall’assessore Camilla Murgia ad un confronto sul tema.

I fogli con le firme li ha messi in una busta. "Li darò all’assessore Camilla Murgia la quale è stata gentile ad accogliere la nostra richiesta di confronto". Tra Gasparri e le altre mamme firmatarie della petizione c’è la convinzione che una riflessione sul tema vada aperta. "Sbagliare nel considerare sufficiente un numero di posti per il centro estivo è umano – osserva –. Anche perché venendo da due anni di pandemia, fare previsioni sulle abitudini e le esigenze è in effetti più difficile. Io mi sarei però aspettata un aumento di richieste e non il contrario. Ma non è questo il problema. Piuttosto è prendere coscienza di una esigenza che si dimostra nell’importante numero di quanti sono rimasti esclusi".

Per Gasparri e le altre mamme a spingere la domanda di nidi e centri infanzia estivi sono vari fattori. "L’esigenza c’è e soprattutto per la fascia 0-3 anni. C’è perché non tutti hanno i nonni disponibili a fare da baby sitter. Inoltre, i ritmi di lavoro quotidiano impegnano più dell’orario in cui un bimbo resta al centro estivo: i nonni, quando si può contare su di loro, non possono essere sovraccaricati". Della serie... con i bambini l’amore non basta, ci vuole tanta energia, visto che loro sono inesauribili. "Appunto" continua Gasparri che riguardo le ragioni di un sostegno pubblico all’offerta dei nidi comunali aggiunge la questione economica. "Le mie amiche con i figli esclusi dai servizi comunali hanno fatto una ricognizione nell’offerta privata. Le quote sono tutt’altro che accessibili perché si arriva a parlare anche di 400 euro per il solo mese di luglio a pargolo".

Col pubblico non c’è gara vista la quota mensile che mediamente si aggira, per via dell’Isee, sui 130 euro a bimbo. Riguardo alla lunghezza del servizio Gasparri ritiene che sia importante garantirlo almeno per il mese di luglio. "Sì, fosse garantito per luglio a più bambini possibile, secondo me, sarebbe già un risultato ottimo. Ad agosto, se è vero che le ferie non durano più per l’intero mese, è anche vero che è più facile giostrarsi". Sempre per essere propositiva Gasparri sintetizza quanto condiviso con le altre mamme: "Secondo noi, per iniziare, è importante rispondere all’esigenza della fascia 0-3 anni. Alternative al servizio pubblico estivo quasi non ce ne sono. Crediamo che investire su questo tipo di servizi sia solo ben fatto".