ANTONELLA MARCHIONNI
Cronaca

Poliziotto eroe: “Un attimo dopo è arrivato il treno. Ho rischiato, ma era giusto farlo”

Enrico Severa, agente di 36 anni, ha evitato che un 40enne fosse travolto dal convoglio alla stazione. “Era ubriaco, non si rendeva conto di niente. L’ho afferrato per lo zaino. E poi mi ha chiesto da bere”

Poliziotto eroe: “Un attimo dopo è arrivato il treno. Ho rischiato, ma era giusto farlo”

Pesaro, 6 giugno 2025 – E poi ci sono gli angeli custodi. Quelli che ti tirano per lo zaino sulla banchina quando sei sceso con entrambe le gambe sulle rotaie e sta arrivando un treno merci. Quelli che ti salvano la vita anche se sei troppo ubriaco per renderti conto che, nove secondi dopo, se non ti sposti da lì, non ci sarai più. L’angelo custode, in questa storia, si chiama Enrico Severa, ha 36 anni e da sei anni è un poliziotto della squadra Volante della Questura di Pesaro dopo aver prestato servizio a Bologna.

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Il poliziotto Enrico Severa mostra il movimento fatto per tirare fuori l’uomo dai binari (foto Toni)

È entrato in azione martedì scorso alle 20.47. L’orario è preciso al millesimo perché la scena del fulmineo salvataggio è stata ripresa dalle telecamere della videosorveglianza che hanno cronometrato tutto. Nove secondi dopo il suo intervento, in quel punto è transitato il treno.

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Il poliziotto Enrico Severa che ha salvato l'uomo ubriaco sui binari (foto Toni)

La pattuglia era stata inviata alla stazione dopo una segnalazione al 112 per la presenza di una persona molesta sui binari. Enrico Severa, sceso dalla Volante, ha subito notato quell’uomo in pericolo. Nonostante l’intimazione a fermarsi, l’uomo ha scavalcato scendendo direttamente sulle rotaie. Dalle immagini si vede tutto: l’uomo che barcolla vicino alla colonna, il poliziotto che scavalca il binario 1 e 2, lo raggiunge e poi lo salva.

A raccontarlo è proprio lui, l’angelo custode in divisa. Lo abbiamo incontrato ieri pomeriggio e ci ha raccontato tutto, senza enfasi ma con il sorriso.

Agente Severa, che cosa ha visto appena è arrivato in stazione?

“C’era una persona appoggiata alla colonna del secondo binario. Era in stato confusionale, voleva attraversare forse per venirci incontro, superando entrambi i binari. Ho capito subito che era una situazione rischiosa: il treno stava arrivando”.

Non ha esitato: si è lanciato anche lei sui binari.

“Sì. Ho attraversato le rotaie e l’ho raggiunto. Lui opponeva un po’ di resistenza, aveva entrambe le gambe sulle rotaie. L’ho afferrato per lo zaino e l’ho tirato fuori. In quel momento non ho calcolato il tempo, ho agito d’istinto. Il treno era già in prossimità della scritta ‘Pesaro’. Non sapevo quanto ci avrebbe messo a coprire quel tratto. Ho pensato solo che potevo farcela”.

Quell’uomo era cosciente del pericolo che stava correndo?

“No. Voleva solo attraversare. Non si rendeva conto di niente. Aveva circa 40 anni, fisico normale, ma in quello stato si è abbandonato completamente. Portarlo sulla banchina non è stato semplice. E se si fosse divincolato, saremmo finiti entrambi sotto”.

Una volta in salvo, come ha reagito lui?

“All’inizio non capiva cosa stesse succedendo. Ho dovuto tenerlo a terra per impedirgli di rialzarsi. Solo dopo, quando è passato il treno, ha realizzato il pericolo. Mi ha ringraziato. Poi, sempre mezzo ubriaco, ha chiesto da bere… Gli abbiamo dato una bottiglietta d’acqua”.

I suoi colleghi come hanno reagito?

“Mi hanno fatto i complimenti e mi hanno detto che ho rischiato molto. Ma se non rischiamo, certe vite non si salvano. È il nostro lavoro e lo facciamo tutti, tutti i giorni”.

E’ la prima volta che salva qualcuno in pericolo?

“No. Qualche anno fa, a Bologna, ho passato sei ore fuori da un edificio a parlare con una donna che voleva buttarsi dal dodicesimo piano. Faceva freddo, era gennaio. Alla fine si è avvicinata e l’ho portata via”.