"Premi Covid, la Regione faccia chiarezza"

Marta Ruggeri interviene sul caso del personale sanitario che ha lavorato durante la pandemia ed è stato escluso dal riconoscimento

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La consigliera regionale del M5s, Marta Ruggeri interviene per parlare dei lavoratori della sanità, gli interinali, che avrebbero diritto alla premialità Covid ma che per un inghippo burocratico, ad un anno dallo stanziamento ministeriale, non hanno visto un centesimo. "Dopo mesi ci troviamo con gli importi ancora da liquidare e divergenze sul numero dei beneficiari – osserva Ruggeri –. E’ prioritario fare chiarezza sulle indennità Covid da corrispondere agli operatori in somministrazione, in servizio nella sanità marchigiana alla data del primo maggio 2021".

Per sciogliere i nodi la capogruppo dei 5 stelle ha depositato una interrogazione: "La giunta deve spiegare sia le ragioni del ritardo nel pagamento sia la divergenza sul dato riguardante il numero dei lavoratori che abbiano diritto all’indennità". La consigliera spiega l’antefatto: "Secondo il decreto ministeriale del 30 novembre 2021 l’importo pro capite da erogare ai lavoratori interinali, in servizio nel periodo più duro della pandemia, è pari a poco meno di 792 euro. Nelle Marche, sulla scorta del dato fornito al Ministero della salute, dovrebbero beneficiarne sette lavoratori in somministrazione per un totale di poco superiore a 5.542 euro. La somma, però, non è stata ancora erogata. Al sindacato Nidil Cgil risultano ulteriori 32 interinali nella sanità che hanno diritto all’indennità". Ruggeri chiede alla giunta regionale di chiarire quale fosse il numero degli operatori sanitari in somministrazione in servizio al primo maggio 2021 e per quale motivo l’indennità non sia stata ancora corrisposta, neppure ai sette lavoratori della comunicazione al Ministero.

"Chiediamo alla Regione, poi, se intenda riconoscere un’indennità equivalente, stanziando adeguate risorse in bilancio, a coloro che siano stati esclusi dall’elenco comunicato al Ministero". Ma non solo. "Un’altra questione di importanza rilevante – sottolinea Ruggeri – consiste nel fatto che numerosi tra questi operatori in somministrazione sono in servizio in Area vasta da molto tempo, anche 15 anni, svolgendo sempre le stesse mansioni, con contratti a tempo determinato che si rinnovano ogni di sei mesi. Chiediamo che vengano stabilizzati".