
Una delle sale del Castellare del Palazzo Ducale dove è allestita la mostra
Il percorso di articoli alla scoperta delle quattro mostre celebrative del centenario della Scuola del Libro prosegue con l’ultimo articolo, relativo alla esposizione incentrata sulla lunga storia dell’incisione urbinate. La mostra è allestita alle sale del Castellare, già sedi della Scuola, ed è visitabile tutti i giorni gratuitamente fino a martedì 3 giugno.
Curata da Roberto Budassi assieme alla sezione di Tecniche Incisorie e dai docenti Giovanna Forlani, Nadia Palazzi e Marco Cottini, la mostra dal titolo Presenze racconta l’arte dell’incisione, una delle discipline più rappresentative della Scuola del Libro, mettendo in evidenza l’evoluzione delle tecniche xilografiche, calcografiche e litografiche. Tra le molte opere esposte che riempiono le pareti, da segnalare pezzi di Mario Delitala, Pietro Sanchini, Renato Bruscaglia e Nunzio Gulino. Ma soprattutto l’esposizione consente di ammirare meravigliose opere pittoriche dei grandi maestri e allievi, spesso rimaste nell’oblio e che grazie alla generosità di molti privati sono state riunite insieme. Alcune “chicche“: Festa galante e i disegni a matita e pastello di Francesco Carnevali, I bagnanti di Leonardo Castellani, le nature morte di Ettore di Giorgio, Nino Caffè e Alessandro Gallucci. All’ingresso si può scoprire il manifesto murale del 1925 che pubblicizza la nascita della Scuola allo scopo di raccogliere un numero di allievi congruo all’avvio delle lezioni. L’allestimento vuole ricreare la quadreria espositiva degli Anni Quaranta e Cinquanta della Scuola e lo spazio è allestito con mobili antichi, sculture di Pericoli e altri oggetti curiosi di proprietà dell’Istituto come il Regolamento Scolastico, fotografie e riviste dell’epoca, per ricreare la stessa atmosfera che si respirava nelle Sale del Castellare che ospitavano la Presidenza. Si vedono però anche opere più vicine negli anni di studenti che, reinterpretando il linguaggio della stampa artistica, ne mantengono viva l’essenza e ne fanno un prezioso strumento di auto espressione. In esposizione ci sono vedute della città e illustrazioni incise, premiate in molti concorsi, che attestano quanto la pratica incisoria sia un potente veicolo di traduzione di poesie, racconti e canzoni, quindi della parola e del pensiero.
gio. vol.