
A sinistra, Simone Babbini, arrestato per il tentato omicidio di Bastianelli: a fianco lui, in ospedale, il giorno stesso dell’aggressione, il 16 ottobre
Pesaro, 10 novembre 2023 – Matteo Bastianelli, di Fermignano, direttore Conad, 46 anni, moglie, due figli: preso a martellate lo scorso 16 ottobre da Simone Babbini, perché il primo aveva fatto un cenno deciso al secondo di andare più piano con l’auto, visto che gli era sfrecciato a fianco. A meno di un mese, Bastianelli fa il punto.
Come sta?
"Abbastanza bene, mi porto dietro il mal di schiena. Mi sto facendo aiutare a livello psicologico per superare lo shock post-traumatico".
Tornato a una vita normale?
"Sì, sono tornato al lavoro, stare a casa non mi aiutava. Ora sono in ufficio"
Impossibile non pensarci...
"Certo, ma non covo sentimenti di rancore nè vendetta, non perché io sia un buon samaritano, ma perchè non mi è utile, rimarrei fermo a quella situazione. Spero che la giustizia faccia il suo corso e che quella persona possa essere aiutato a tornare in sè, deciderà il tribunale cosa è giusto per lui".
Chiede una pena severa?
"Non so. L’imputazione è tentato omicidio, io continuo a pensare che se non c’era il netturbino potevo morire... Ma non dico che ’devono buttare via la chiave’, io spero che lui non possa più nuocere a nessuno e neanche a se stesso, la prima vittima è lui, gli auguro di stare meglio in futuro"
Perchè l’ha aggredita in quel modo, ha una risposta?
"No, se non che sono stato ’l’uomo sbagliato al momento sbagliato’, mio malgrado la vittima di un rancore che lui aveva verso qualcun altro".
A giorni Babbini sarà interrogato, cosa pensa che dirà...
"Spero che chieda scusa, mi auguro solo quello, come la racconterà non lo so".
Le sue scuse che effetto le faranno, se arrivano?
"E’ un povero cristo, non mi ha aggredito un delinquente, è uno qualunque che ha avuto la sfortuna nella vita di stare male a livello psichico, quindi se in galera ha capito il gesto che ha fatto credo che ora stia peggio lui di me. A me alla fine è andata bene. Certo, se invece che nello zigomo mi avesse preso nella tempia, ora avrei più rabbia, ma alla fine l’ho scampata e questo mi aiuta a pensieri più miti"
Chi le sta vicino cosa le dice?
"Con mia moglie cerchiamo di non continuare a parlare dell’accaduto, mia figlia è un po’ più impaurita... Sto cercando di farmi vedere il più normale possibile, così anche gli altri sono normali con me: sa, al Conad di gente ne incontro".
C’è in giro troppa gente ’folle’, come lo vede?
"Statisticamente quello che è successo capita a uno su un milione, mi è andata bene e ci scherzo, ma quello che ha colpito è che a tutti può capitare quello che è successo a me. E anche a lui".
In che senso?
"Cioè, se mi si ’spegne la luce’ a me e divento pazzo anche io?"
Lei parla di ’povero Cristo’, trova motivi, si immedesima: chi le dà questa serenità?
"Immagino lui, padre di due bambini, hanno più o meno l’eta di miei figli, che per un nulla rischia di vedere sputtanata la sua vita, per questo dico che è un povero cristo, non credo che stia sempre nelle condizioni in cui era quando ha trovato me, per questo penso che sarà disperato per le ipoteche che questo metterà sul suo futuro".
Perdonarlo, ci pensa?
"Sì, e senza incertezze. Perchè il rancore pesa a chi lo porta, e non a chi lo subisce. Qui ci sono più vittime. Io, ma anche lui, la sua famiglia. Io invece credo che riuscirò a superare lo shock".
Quanto è tranquillo adesso?
"Fatico a fare una camminata a piedi al buio. Ci sto provando. Pochi minuti fa ero al semaforo, mi si è avvicinato in auto un amico, ho sussultato di paura: mi voleva solo salutare".
Se lui le dicesse, ’mi dispiace ho solo scaricato su di te una rabbia che avevo dentro per altri motivi...’
"Quello mi aiuterebbe a chiudere definitivamente il cerchio. Per lui in quel momento io non ero una persona, e lui non era in sé, era peggio della rabbia, qualcosa di meccanico che spero di non rivedere più".
Se uno ora non le dà la precedenza allo stop, lei che fa?
"E’ già capitato (ride, ndr): sono mansueto come un agnellino. Vai pure. Non mi azzardo più. Finchè sono piccole cose"
La frase più bella che le hanno detto in questi giorni?
"Me l’ha detta mio figlio. Mi ha chiesto se può continuare a essere amico del figlio del mio aggressore, perché giocano a calcio insieme". E lei? "Gli ho detto che deve essergli amico ancora più di prima".