Primario di Pesaro Gnudi: "Pronto soccorso da terzo mondo". La direzione si dissocia

Ha provocato un vespaio l'intervista uscita oggi sul Carlino, in cui il medico parla della "vergogna di vedere pazienti per giorni sulle barelle" e svela di non seguire i no vax contagiati per evitare polemiche"

Il dottor Umberto Gnudi davanti all'ingresso del pronto soccorso

Il dottor Umberto Gnudi davanti all'ingresso del pronto soccorso

Pesaro, 23 dicembre 2021 - Il primario del pronto soccorso del San Salvatore di Pesaro Umberto Gnudi ha denunciato oggi sul Carlino la vergogna di vedere pazienti per giorni sulle barelle perché i reparti sono chiusi oltre che svelare di "non seguire i no vax contagiati che entrano in pronto soccorso per evitare polemiche al momento del trattamento e cura, affidando l'incombenza a suoi stretti collaboratori".

Ora la direzione sanitaria di Marche Nord  si "dissocia dalle dichiarazioni del professionista ribadendo che il proprio personale, a cui va un ringraziamento per la totale abnegazione e professionalità da sempre dimostrata, presta la propria assistenza e cura a tutti i cittadini, senza alcun tipo di distinzione, secondo i principi di uguaglianza ed equità che ispirano l’attività di ciascun operatore per il ruolo che è chiamato a svolgere. Attività che, com’è noto, è stata messa a dura prova in questi due anni di pandemia, ma che è stata sempre portata avanti con impegno e competenza dall’intera squadra di Marche Nord e che ha visto il coinvolgimento di tutti i reparti e servizi ospedalieri, portando l’Azienda ad essere un importante punto di riferimento nella gestione del Covid".

Continua la nota: "Come ribadito in più occasioni – per ultimo l’incontro con le parti sindacali della dirigenza medica tenutosi i giorni scorsi – l’Azienda sta attuando misure urgenti e straordinarie per far fronte alla carenza di personale nel settore dell’emergenza urgenza, un problema che ha investito tutte le strutture di Pronto Soccorso di Italia, aggravate ulteriormente da una situazione emergenziale che pare non volgere al termine; inoltre, pesano molto anche le assenze del personale sospeso dal servizio e non facilmente sostituibile, nonché le procedure concorsuali risultate deserte o infruttuose per rinuncia da parte dei candidati selezionati. In tale scenario, l’Azienda non ha mai perso di vista le criticità né tantomeno abbandonato il personale ma, al contrario, ha messo in campo tutte le risorse in suo potere, con l’obiettivo di contrastare i problemi e alleggerire la pressione sul personale sanitario impiegato". 

"Ultimo provvedimento, condiviso con le parti sindacali, l’avvio di ulteriori otto procedure concorsuali destinate all’assunzione di personale medico per specialità equipollenti che possa essere indirizzato, per una quota ore del contratto, al Pronto Soccorso; a ciò si aggiunge la decisione di rimodulare le sedute operatorie programmate, al fine di reclutare personale “skillato” che possa dare respiro agli operatori dei reparti di Terapia Intensiva e Subintensiva, nonché garantire la copertura dei turni di Pronto Soccorso durante le festività natalizie". 

"Ad oggi - dice la nota - ci sono le condizioni per alleggerire la pressione attraverso queste misure, che sono in grado di fornire una risposta tempestiva nel breve/medio termine, in attesa che, come auspicato, si possa intercettare nuovo personale medico dalle procedure in corso. La Direzione Sanitaria intende ribadire che la situazione caotica delineata dalle dichiarazioni del Dr. Gnudi non trova fondamento e rassicurare la cittadinanza sulla garanzia di continuità delle cure e sulla sicurezza della struttura, vista anche la collaborazione pervenuta dai Direttori delle altre Unità Operative nel coprire i turni delle festività, che contribuirà ad incrementare la qualità dell’assistenza. Purtroppo non siamo in grado di prevedere l’evoluzione della situazione pandemica ma auspichiamo che il trend dei ricoveri possa mantenersi costante; anche su questo fronte, l’Azienda sta effettuando screening a tappeto su tutti i pazienti ricoverati nei reparti, attraverso l’effettuazione di tamponi ogni 48 ore, al fine di individuare tempestivamente situazioni di pericolo e tutelare la sicurezza di pazienti e operatori.

"Se la pandemia ci ha insegnato qualcosa è che l’unica arma per affrontare le sfide difficili è la collaborazione e lo spirito di squadra. Una collaborazione che va estesa a tutti i livelli, attraverso la condivisione di soluzioni propositive (e non distruttive) tra le diverse parti coinvolte, che siano orientate verso una comune risoluzione del problema. La Direzione Sanitaria, dal canto suo, intende ribadire la propria vicinanza a tutto il personale, attraverso la messa in campo di tutte le risorse disponibili e la massima disponibilità al confronto, al fine di individuare insieme soluzioni concrete che possano evitare di alimentare inutili polemiche e strumentalizzazioni". Il dottor Gnudi non ha inteso commentare.