Processo Carriera, con Varotti s’accende il duello in tribunale a Pesaro

Udienza rinviata, ma è scontro tra i due. Il direttore di Confcommercio: "Se vinco, il risarcimento danni lo darò ai negozianti"

Amerigo Varotti, direttore Confcommercio

Amerigo Varotti, direttore Confcommercio

Pesaro, 24 settembre 2022 - Umberto Carriera ancora in tribunale nella veste di imputato. Ma ieri mattina non aveva l’avvocato difensore di fiducia, impossibilitato ad esserci. Per questo è stato chiesto e ottenuto il rinvio dell’udienza al 6 dicembre prossimo. Questa volta il ristoratore ribelle di ioApro è finito alla sbarra dopo la querela per diffamazione presentata da Amerigo Varotti di Confcommercio, il quale si era sentito offeso ripetutamente dalle dichiarazioni di Carriera al tempo del divieto di tenere aperti i ristoranti dopo le 18 per il Covid. Carriera accusava Varotti e Confcommercio di essere nocivi alla categoria, di non combattere per tenere aperto malgrado i divieti, in sostanza di essere incapaci e distanti dagli interessi degli associati.

Da qui la querela a cui, il 6 dicembre, seguirà la costituzione di parte civile. Dice Varotti: "Questo signore che non conosco né voglio conoscere si è distinto nel diffamare ripetutamente sia me che la Confcommercio. Oggi ne risponde in tribunale e, in caso di condanna, il denaro del risarcimento danni lo daremo ai commercianti ai quali il signor Carriera ha chiesto soldi per non querelarli avendo letto qualche loro commento sulle sue gesta. Li rimborseremo dei soldi che Carriera ha preteso da loro, ricevendo 1000 a 2000 euro a testa".

Intanto su Facebook, Carriera ha ribadito anche ieri che le ‘associazioni di categoria sono enti inutili, dannosi e politicizzati’ aggiungendo che il suo processo era stato rinviato perché era assente Varotti, il denunciante. Il rinvio lo ha chiesto invece Carriera per l’assenza del suo legale di fiducia. Umberto Carriera era salito alla ribalta nazionale con le proteste in piazza a Pesaro contro il lockdown dei ristoranti aprendo ripetutamente i suoi dopo le 20, ottenendo ogni volta multe e chiusure. Lo ha difeso Vittorio Sgarbi, promettendogli di lanciarlo in politica e di portarlo in Parlamento. Ma così non è stato.

ro.da.