Progetti e fondi La città cala il tris di ministri

Arrivano Giovannini, Guerini e Franceschini per ferrovia, Questura e Rocca Costanza

di Roberto Damiani

Rischio ingorgo in piazza del Popolo. Non di auto o bici, ma di ministri della Repubblica. Il primo luglio arriva Enrico Giovannini, ministro delle Infrastrutture, poi il 6 luglio è atteso in Prefettura il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, il primo agosto sarà la volta di Dario Franceschini, ministro della cultura. E non è escluso che ci siano ospiti di rango all’ultimo momento per Popsophia, CaterRaduno, la festa dell’Unità e poi il Rof. Ma cerchiamo di capire perché i primi tre saranno a Pesaro.

Partiamo col ministro Enrico Giovannini. E’ atteso venerdì primo luglio alle 16.30 al cinema Sperimentale di Pesaro per parlare dell’arretramento della ferrovia che bypasserà il centro della città spostandosi verso Villa Fastiggi, liberando così il vecchio tracciato per realizzare la "green line", cioè un percorso ciclo pedonale sul sedime della vecchia ferrovia come a Parigi o a New York trasformando sia il centro città che il lungomare. Il tema dell’incontro sarà: "La ferrovia adriatica e il piano infrastrutture del Paese". Giovannini il giorno dopo andrà a Mondavio su invito del capo dell’opposizione Girolamo Martino per parlare di "Infrastrutture sostenibili".

Il 6 luglio arriverà a Peasro il ministro della Difesa Lorenzo Guerini. Il motivo è semplice: firmerà l’accordo con Demanio, ministero degli Interni e Comune per realizzare la nuova Questura all’interno dell’area della caserma del Monte. Ci sarà in collegamento per la firma anche il ministro degli Interni Luciana Lamorgese.

Altro giro di ministri per il primo agosto. E’ atteso l’arrivo di Dario Franceschini, titolare del dicastero della Cultura che verrà ad aprire simbolicamente i lavori per realizzare il museo dedicato a Dario Fo e a Franca Rame. Probabilmente per l’occasione sarà aperto il cortile di Rocca Costanza che fino a qualche anno fa accoglieva gli spettacoli di Popsophia. Ora è tutto chiuso, malgrado ci sia un via vai costante di operai e camion chiamati a fare qualcosa ma di cui non si sa né si vede nulla. E’ certo che il fossato è in condizioni drammatiche, con pericolose cisterne a vista. Sarà bene che il ministro Franceschini, prima di parlare del museo che sarà, spieghi il perché di questo insopportabile abbandono della più importante testimonianza del passato che possa vantare Pesaro. Una volta spiegato, potrà partire l’applauso.