Progetto Renco per ripulire i fanghi del porto di Ravenna

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Il colpo di coda di quella che appare un’annata molto positiva per la Renco spa non arriva dall’Oriente o dall’Africa, ma dall’area portuale della vicina Ravenna. Si tratta di un appalto ambientale relativo al trattamento dei fanghi del Candiano. Essendo la Renco l’unica azienda che ha presentato il progetto esecutivo per il trattamento dei fanghi derivanti dal dragaggio del canale romagnolo, non avrà una concorrenza. D’altra parte l’Autorità Portuale di Ravenna ha scelto questa strada per utilizzare i fondi del Pnrr stanziati per lo scalo romagnolo.

A giorni diventerà operativa la parte da 77 milioni di euro d’appalto per la realizzazione di un impianto di trattamento dei fanghi derivanti dal più profondo escavo del canale, che porterà a toccare i 14,5 metri di profondità al Candiano. Una progettazione effettuata tutta da Renco spa, che porta a tre importanti risultati: "Prima di tutto sarà il primo impianto di trattamento di fanghi portuali nell’intero Meditteraneo – sottolinea Lorenzo Monti, dirigente Renco –, visto che attualmente un impianto del genere esiste solamente al porto di Anversa". Non solo. "Per la Renco nasce una nuova partnership aziendale di alto livello con Hera Ambiente – dice il Ceo Giovanni Rubini –, mettendo insieme le nostre esperienze ingegneristiche e la preparazione ambientale di Hera". La Renco inoltre ha ben chiaro che gli investimenti per lo scalo ravennate prevedono complessivamente alcune centinaia di milioni di euro nei prossimi anni.

Insomma in un solo appalto ci sono molte ragioni positive a livello aziendale, compresa la conferma di una Renco lanciata sempre di più sulla sostenibilità delle sue operazioni. Non è un caso che negli ultimi mesi l’azienda della famiglia Gasparini abbia ottenuto appalti per costruire una nuova linea dell’Acquedotto del Mar Caspio in Kazakistan e un parco solare a Mecufi in Mozambico.

Il progetto per il trattamento dei fanghi di Ravenna chiude il cerchio. Non solo per i 45 milioni di euro di costruzione dell’impianto ma anche per i 32 milioni di gestione del trattamento dei rifiuti entro il dicembre del 2026 con l’obiettivo di lavorare almeno 1.125.000 metri cubi nella scadenza prevista. L’impianto sarà realizzato nell’area ex-Nadep all’interno dello scalo di Ravenna, mentre i rifiuti da trattare saranno trasportati con chiatte attraverso la Piallassa del Piombone. Alla fine del trattamento, una volta separata la parte inquinante, i fanghi essiccati verranno smaltiti in ex cave dell’area ravennate.

Il finanziamento Pnrr prevede tempi celeri e anche per questo l’Autorità Portuale ha chiesto alla Renco una progettazione definitiva, permettendo così di andare in tempi brevi all’iter autorizzativo di per sè già abbastanza complesso.

La Renco ha coinvolto nella progettazione una ventina di ingegneri per circa quasi ventimila ore di lavoro totali. Un’attività completata in piena estate. A conferma della capacità tecniche ed ingegneristiche della società pesarese. D’altra parte negli ultimi anni la Renco è riuscita a trasformare in versione green il 70 per cento della sua attività. Utilizzando l’occasione della rigenerazione urbana edilizia, sviluppando importanti appalti internazionali nel settore solare ed eolico, mantenendo importanti rapporti nel settore della gestione e compressione del gas. Confermando nel progetto di Ravenna soprattutto le sue qualità e capacità a livello ingegneristico.