Pronto soccorso Pesaro, il primario non ritorna

Si tratta del dottor Stefano Loffreda, in aspettativa da due anni. Ma il sostituto Umberto Gnudi non ha ancora avuto il rinnovo

Il primario facente funzioni Umberto Gnudi

Il primario facente funzioni Umberto Gnudi

Il dottor Stefano Loffreda rimane a Riad, in Arabia Saudita, almeno per altri sei mesi. L’altro ieri scadeva il termine per confermare o meno il suo ritorno al ruolo di primario del pronto soccorso del San Salvatore (ora guidato pro tempore dal dottor Umberto Gnudi), ma il termine è passato e il dottor Loffreda non ha mutato le intenzioni. Rimane in aspettativa a Riad.

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Dunque dovrebbe essere automatico anche il rinnovo dell’incarico per il dottor Gnudi, ma questo non è ancora avvenuto. Interpellato, il diretto interessato non intende esprimere valutazioni sul suo futuro né se accetterà di rimanere a Pesaro sempre con l’incarico di supplente o facente funzioni. Intanto il pronto soccorso di Pesaro ha avuto i rinforzi che erano stati annunciati. Un centinaio di medici si alternano nei turni con gli effettivi del reparto e questo ha comportato una diminuzione della pressione sui camici bianchi. Ma i turni sono rari per i rinforzi. Lo stesso medico lo si vede una volta ogni tre mesi. Difficile anche introiettare ritmi e metodi ma comunque è sempre meglio di niente. Ma va considerato che nel frattempo se n’é andata la dottoressa Francesca Padiglione, ora in ferie, ma da febbraio fuori dall’organico per scelta. Ritmi di lavoro incessanti e uno stress per l’afflusso di malati covid che ha stremato tanti sanitari.

A proposito di accessi al pronto soccorso: diminuiscono negli ultimi giorni quelli per covid. Una leggera ma costante flessione mentre rimane certo il rapporto tra no covid e vaccinati: su 4 che entrano 1 ha due o tre dosi, ed è quasi sempre ultra settantenne mentre gli altri sono non vaccinati. Non ci sono più state più polemiche tra no vax e il primario Gnudi dopo le sue parole di rabbia su chi continua a non vaccinarsi andando a contagiare persone fragili e comunque maggiormente a rischio, visto che i rischi non sono azzerati per nessuno.

Ci sono anche meno barelle con pazienti in attesa al pronto soccorso. Dai 30 o 40 degenti di un mese fa, ora ce ne sono una decina che rimangono in attesa di un reparto per circa otto o dieci ore. La situazione quindi si sta leggermente ma costantemente stabilizzando seppur incrociando le dita.

Vediamo nelle prossime 36 ore se questa tendenza verrà confermata oppure si è trattata di una illusione.

ro.da.