Protesta in Duomo: "Dateci l’arcivescovo"

Ieri mattina cartelli e striscione per far sentire al papa e al cardinal Emil Paul Tscherrig la voce di fedeli e persino dei non credenti

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La comunità si pone a difesa dell’autonomia dell’Arcidiocesi di Urbino - Urbania - Sant’Angelo in Vado, schierandosi di fronte al suo luogo simbolo: il duomo della città ducale. Ieri mattina, alcune decine di persone in rappresentanza di varie componenti della società urbinate hanno dato vita a un flash mob per chiedere la nomina di un successore di monsignor Giovanni Tani e che la Santa Sede rinunci all’unione “in persona episcopi“ con la diocesi di Pesaro.

Promotore dell’ennesima iniziativa di questa strenua difesa è stato il Comitato diocesano “Pro nuovo arcivescovo“: "È importante che al comitato abbiano aderito tante persone di varie ideologie, credenti e non – commenta il portavoce Giuseppe Magnanelli, che ha anche espresso solidarietà verso le popolazioni colpite dalle inondazioni di giovedì sera –. Noi siamo fuori da partiti e associazioni e ci impegniamo e impegneremo per andare fino in fondo. Dobbiamo far capire la necessità di avere un nuovo arcivescovo per la sola nostra arcidiocesi, restando fedeli al detto “spes contra spem“, sperare contro ogni speranza".

Dopo essersi schierati di fronte al duomo, accompagnati da cartelli di protesta, i manifestanti hanno fatto il giro dell’obelisco in corteo, appendendo uno striscione con scritto “Urbino vuole il suo arcivescovo“ a lato delle scalette. Tra loro, anche il dottor Massimo Volponi, che si sta impegnando in una raccolta di firme a cui si può aderire negli oratori di San Giovanni e San Giuseppe o contattandolo: "Ogni tanto Urbino perde un pezzo. Perdere anche questo significherebbe porre fine a una tradizione di circa 1.700 anni. Sarebbe un dispiacere per tutti, non solo per chi crede, e una perdita di prestigio. Siamo arrivati a oltre 800 firme per preparare una petizione che poteremo a chi di dovere, affinché si mobiliti per evitare una grande perdita".

Nicola Petricca