Coronavirus Urbino, la Protezione civile. "E' stata una vera emergenza"

Parla Paolo Giannotti, responsabile del gruppo ducale di protezione civile

Paolo Giannotti, coordinatore protezione civile Urbino

Paolo Giannotti, coordinatore protezione civile Urbino

Urbino, 25 maggio 2020 - Tanti chilometri percorsi in due mesi e importanti aiuti quelli portati dal gruppo di protezione civile di Urbino, questa è l'altra faccia del lockdown. Non solo pacchi alimentari ma anche sostegno e attenzioni, anch’essi beni di prima necessità specie per chi a causa della malattia, o dell’età, è solo. E in questi casi la quarantena diventa più amara. La cronaca di questa esperienza con Paolo Giannotti, responsabile del gruppo ducale di protezione civile. Giannotti, iniziamo dai numeri che hanno scritto gli ultimi sessanta giorni. “Nella fase 1 che è andata dal 3 marzo, con l’apertura del Coc (centro operativo comunale Ndr), al 3 maggio abbiamo effettuato un servizio denso. Trecentoventuno ore, circa 8 al giorno, percorrendo complessivamente 5253 chilometri, prevalentemente sul territorio comunale, e raggiungendo 453 famiglie alle quali abbiamo consegnato beni di prima necessità”. Nel dettaglio di cose necessitavano le persone? “Prevalentemente abbiamo portato cibo e medicinali ma anche i buoni spesa. Abbiamo ritirato e consegnato i dispositivi di protezione individuale per il nostro ambito sociale; ma anche il pellet messo a disposizione dell’amministrazione comunale da una ditta e seguito il trasporto dei medici e degli infermieri che sono arrivati per aiutare nell’ospedale di Urbino. Ci siamo assicurati di trasportare i pasti, anche nei giorni festivi, e stiamo continuando a dare assistenza al percorso guairti, il drive through, al Sasso. Siamo arrivati fino a San Marino per consegnare i dispositivi digitali agli studenti delle scuole”. Due mesi intensi, quanti volontari siete? “Come volontari iscritti siamo circa 15 però durante l’emergenza eravamo 7/8 unità tutti i giorni. Abbiamo operato singolarmente, con i dispositivi di sicurezza ed evitando i contatti. Ne approfitto per dire che se qualcuno volesse unirsi alla protezione civile può contattare il numero 329 406 2494, scriverci sulla pagina Facebook o per email a protezionecivile@comune.urbino.ps.it “. Ora in fase due come state operando? “Il lavoro si è alleggerito molto e abbiamo quasi tutti ricominciato a lavorare. Ovviamente la gente avendo possibilità di uscire di casa ha meno bisogno di noi, però ancora consegnamo farmaci alle persone in quarantena e a qualche anziano”.

Cosa rimane alla sua squadra dopo questa esperienza? “Rimane la conoscenza di una vera emergenza che forse la città di Urbino aveva provato solo con il nevone del 2012. Quindi la consapevolezza che il volontariato è una risorsa importante anche se magari in un momento di pace sembra eccessiva, ma in situazioni di emergenza risulta necessaria”. Qualche episodio piacevole in questo nero periodo c’è stato? “Sì, mi viene in mente quando ho portato dei medicinali in centro storico e una signora per ringraziarmi voleva offrirmi un caffè in casa che ho dovuto rifiutare. Ad un altro volontario, ad esempio, è successo che un signore vedendolo passare è sceso in strada per regalargli una bottiglia di spumante come ringraziamento. Sono piccoli gesti ma che ci rendono felici e ci spingono a fare di più e sempre meglio”.