Provincia: "Scuole al caldo solo fino a dicembre" Balzo del costo del calore: da 1 milione a 4,1

Il presidente Paolini: "Se non ci saranno aiuti si dovrà tornare al sabato in dad, palestre chiuse, luci spente e risparmi di scala". Il dubbio è dove trovare le risorse non previste per tenere aperti e funzionanti tutti gli istituti in vista dell’inverno

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Le scuole pubbliche saranno più fredde quest’inverno, con meno luci accese e col sabato in dad. "Non abbiamo scelta – spiegano in Provincia – fino all’anno scorso pagavamo 1,5 milioni per il riscaldamento di tutte le nostre circa venti scuole disseminate a Pesaro e provincia. Quest’anno, da preventivo di Cpl Concordia con la quale abbiamo il contratto, il costo del calore da novembre ad aprile sarà di 4 milioni e 100mila euro. Dove li prendiamo questi soldi? Un altro esempio – spiegano sempre dalla Provincia – è il costo della bolletta della luce per le scuole. Per il mese di luglio, col contratto vecchio, abbiamo speso 18mila euro. Ad agosto, col nuovo contratto Consip, la bolletta delle nostre scuole è costata 85mila euro ed eravamo in estate, con i ragazzi che forse rientravano per alcuni corsi di ripetizione". Non solo, la Provincia ha visto un crollo anche degli incassi da Rca auto, di cui ha diritto a ritagliarsi una percentuale, per 500mila euro in meno e soprattutto un crollo degli incassi dell’Ipt, l’imposta provinciale che si paga al momento di acquistare un’auto. Sono mancati all’appello rispetto all’anno scorso 2 milioni di euro. Altro capitolo amaro il costo dei mutui. La Provincia ne ha diversi a tasso variabile. E’ stato calcolato che dovrà pagare 800mila euro di interessi in più.

Con queste premesse, il presidente della Provincia Giuseppe Paolini dice: "Convocheremo a breve un consiglio provinciale straordinario sul tema delle bollette. Le Province non hanno capacità di manovra sulle entrate. Vivono di trasferimenti statali e dei proventi dell’Ipt (l’imposta legata all’immatricolazione delle auto, ndr) che quest’anno per

noi sono diminuiti per milioni. Nel frattempo le bollette del riscaldamento delle scuole superiori sono aumentate di tre milioni. E i costi dell’energia elettrica continuano a lievitare di mese in mese. Si comprende bene il quadro". Secondo il presidente, una situazione insostenibile: "Imprese, ristoratori, albergatori hanno difficoltà enormi. E anche gli enti pubblici non sono esenti. Molti Comuni rischiano la bancarotta". Aggiunge Paolini: "Abbiamo avuto 190mila euro di contributo dallo Stato: una cifra irrisoria. Servono interventi risolutivi e continueremo a fare pressioni". Nel frattempo, il presidente è alle prese con il rebus complicato dell’immediato: "Dopo il consiglio straordinario ci confronteremo con presidi e sindaci. Allo stato attuale riusciamo a garantire il riscaldamento nelle scuole superiori fino a dicembre. Per cui dovremo necessariamente razionalizzare". Il richiamo è all’austerity degli anni Settanta: "La situazione ricorda quella vissuta tra il 1973 e il 1974, con le disposizioni sul contenimento drastico del consumo energetico. E’ chiaro che alcune cose cambieranno". Le ipotesi riguardano "temperature più basse, luci spente nei pomeriggi negli istituti, incontri pomeridiani che non si terranno in presenza ma online. E palestre riscaldate solo per le attività delle scuole e per quelle dei diversamente abili. Non per il resto degli utilizzi". Non escluse nemmeno lezioni in dad per le giornate di sabato: "Ma su tutto questo – conclude il presidente – ci confronteremo con i dirigenti scolastici e prenderemo insieme le decisioni. Noi faremo tutto il possibile. Mi auguro però che arrivino presto soluzioni complessive per le Province

e per il Paese".