Provincia di Pesaro e Urbino, domani si voterà per il rinnovo del presidente (l’unico candidato è l’uscente Giuseppe Paolini (foto a destra), ma a esprimere le preferenze saranno di nuovo sindaci e consiglieri comunali. Ora, però, c’è chi chiede un ritorno al passato, con i cittadini come protagonisti. A sollevare nuovamente la questione era stato il sindaco di Urbino, Maurizio Gambini (foto a sinistra), in Consiglio comunale: "La riduzione dei parlamentari è stato un fatto gravissimo, così come la chiusura delle Province - ha commentato -. Le hanno lasciate senza soldi, che ora stanno cominciando a rientrare perché c’è bisogno anche di esse, e spero che presto si torni a far votare i cittadini. Non è degno di un Paese civile che la Costituzione le identifichi come ente di primo livello, mentre, dopo che si è tenuto un referendum poi bocciato, siamo noi sindaci e consiglieri comunali a votare e loro debbano restare a guardare". Il gruppo Urbino e il Montefeltro annuncia che voterà per Paolini "non perché sia il solo candidato, ma in quanto ha bene operato, con il costante pensiero di un giusto equilibrio fra aree interne e costa", tuttavia coglie l’occasione per ribadirsi "favorevole al ripristino dell’elezione diretta degli organi provinciali da parte dei cittadini, come, d’altronde, si è detto lo stesso candidato. Ci sono forze nel Governo, a cominciare dal ministro Roberto Calderoli, e in alcuni gruppi parlamentari che spingono nella stessa direzione. In attesa di ciò, serve dotare le Province di adeguati finanziamenti per renderle in grado di affrontare i temi di dissesto idrogeologico, viabilità, salute, lavoro e strutture scolastiche".  Il ritorno al voto dei cittadini è sostenuto anche da Luca Londei, del Gruppo misto, che si dice "assolutamente favorevole al ripristino delle Province, come enti, in quanto sono vicinissime alle esigenze del territorio e ne conoscono a fondo le problematiche. Semplicemente per un fatto di più largo consenso democratico, credo anche che sia importante far votare ai cittadini i rappresentanti provinciali. Domenica mi auguro che venga rieletto il presidente Paolini, persona molto legata al territorio e di grandi capacità politiche e professionali". I gruppi PD e Viva Urbino ritengono "sempre opportuno valutare con accortezza i temi che emergono dalla discussione politica, per non essere trascinati da ondate di populismo che finiscono per creare più danni che benefici. La riforma delle Province è caduta in quest’ultima dinamica per cui, a fronte di risparmi che potevano coinvolgere anche altri enti e prevedere percorsi di riforma e ottimizzazione di risorse, si è preferito procedere verso un ulteriore indebolimento delle forme di partecipazione delle comunità e far mancare il ruolo di coordinamento e mediazione nei territori, di programmazione coerente e attenta alle esigenze locali, proprio delle Province. Dovrebbero dunque essere ridefinite per recuperare pienamente, sulla scorta di capacità di spesa assegnata, di deleghe e di un percorso democratico di rappresentanza, il ruolo di enti intermedi calati nelle realtà locali".  Nicola Petricca

Cronaca

Provincia di Pesaro e Urbino, domani si voterà per il rinnovo del presidente (l’unico candidato è l’uscente Giuseppe Paolini (foto a destra), ma a esprimere le preferenze saranno di nuovo sindaci e consiglieri comunali. Ora, però, c’è chi chiede un ritorno al passato, con i cittadini come protagonisti. A sollevare nuovamente la questione era stato il sindaco di Urbino, Maurizio Gambini (foto a sinistra), in Consiglio comunale: "La riduzione dei parlamentari è stato un fatto gravissimo, così come la chiusura delle Province - ha commentato -. Le hanno lasciate senza soldi, che ora stanno cominciando a rientrare perché c’è bisogno anche di esse, e spero che presto si torni a far votare i cittadini. Non è degno di un Paese civile che la Costituzione le identifichi come ente di primo livello, mentre, dopo che si è tenuto un referendum poi bocciato, siamo noi sindaci e consiglieri comunali a votare e loro debbano restare a guardare". Il gruppo Urbino e il Montefeltro annuncia che voterà per Paolini "non perché sia il solo candidato, ma in quanto ha bene operato, con il costante pensiero di un giusto equilibrio fra aree interne e costa", tuttavia coglie l’occasione per ribadirsi "favorevole al ripristino dell’elezione diretta degli organi provinciali da parte dei cittadini, come, d’altronde, si è detto lo stesso candidato. Ci sono forze nel Governo, a cominciare dal ministro Roberto Calderoli, e in alcuni gruppi parlamentari che spingono nella stessa direzione. In attesa di ciò, serve dotare le Province di adeguati finanziamenti per renderle in grado di affrontare i temi di dissesto idrogeologico, viabilità, salute, lavoro e strutture scolastiche". 
Il ritorno al voto dei cittadini è sostenuto anche da Luca Londei, del Gruppo misto, che si dice "assolutamente favorevole al ripristino delle Province, come enti, in quanto sono vicinissime alle esigenze del territorio e ne conoscono a fondo le problematiche. Semplicemente per un fatto di più largo consenso democratico, credo anche che sia importante far votare ai cittadini i rappresentanti provinciali. Domenica mi auguro che venga rieletto il presidente Paolini, persona molto legata al territorio e di grandi capacità politiche e professionali". I gruppi PD e Viva Urbino ritengono "sempre opportuno valutare con accortezza i temi che emergono dalla discussione politica, per non essere trascinati da ondate di populismo che finiscono per creare più danni che benefici. La riforma delle Province è caduta in quest’ultima dinamica per cui, a fronte di risparmi che potevano coinvolgere anche altri enti e prevedere percorsi di riforma e ottimizzazione di risorse, si è preferito procedere verso un ulteriore indebolimento delle forme di partecipazione delle comunità e far mancare il ruolo di coordinamento e mediazione nei territori, di programmazione coerente e attenta alle esigenze locali, proprio delle Province. Dovrebbero dunque essere ridefinite per recuperare pienamente, sulla scorta di capacità di spesa assegnata, di deleghe e di un percorso democratico di rappresentanza, il ruolo di enti intermedi calati nelle realtà locali". 
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