Pesaro, sferra un pugno al marito: assolta

Il giudice crede all’uomo e alla sua denuncia ma ha ritenuto il cazzotto un fatto tenue

Tribunale, foto generica

Tribunale, foto generica

 

Pesaro, 13 aprile 2022 - Un pugno dato nella schiena al marito non è grave. Almeno per il tribunale di Pesaro che ha assolto una moglie che ha sferrato quel pugno al consorte per qualche dissidio. La reazione dell’uomo era stata rapida: denuncia alla procura della Repubblica con processo che si è concluso ieri, dopo che la donna è finita sul banco degli imputati con l’accusa di lesioni.

Il rapporto tra i due era evidentemente arrivato al capolinea, le liti erano all’ordine del giorno. Fino a quando, in un diverbio più acceso degli altri, sarebbe partito quel cazzotto. Almeno a detta del coniuge, anche lui pesarese, che si è presentato dalle forze dell’ordine per sporgere querela contro la donna. Prima però si era rivolto ai sanitari del pronto soccorso del San Salvatore ai quali aveva riferito di sentire dolore a causa di quel pugno che, a suo dire, la consorte gli aveva piazzato sulla schiena. I medici gli avevano così riconosciuto una prognosi di 4 giorni.

La procura di Pesaro aveva aperto un fascicolo di indagine contro la presunta picchiatrice e il caso è approdato in aula. L’imputata (difesa dall’avvocato Donatella De Castro) ha sempre dato una versione opposta e negato di aver mai sferrato quel cazzotto al marito, dal quale nel frattempo si è separata. E ieri, nel giorno dell’ultima udienza, il giudice Maurizio Di Palma ha prosciolto la donna per particolare tenuità del fatto, applicando quanto previsto dall’articolo 131 bis del codice penale.

Non si tratta propriamente di un’assoluzione. Per il giudice, che evidentemente ha creduto al coniuge malmenato, il reato è stato commesso, l’imputata è, secondo lui, colpevole, ma ha reputato che i danni provocati da quel pugno (4 giorni di prognosi) siano stati di lieve entità.