L'Italia chiede alla Svizzera il quadro di Isabella D’Este attribuito a Leonardo

Il Ministero della Giustizia ha inviato la lettera formale

CONFISCATO Il dipinto di Isabella d’Este venne trovato tre anni fa in un caveau a Lugano

CONFISCATO Il dipinto di Isabella d’Este venne trovato tre anni fa in un caveau a Lugano

Pesaro, 17 aprile 2018 - Adesso è il Ministro della Giustizia a chiedere alla Svizzera la consegna del quadro di Isabella D’Este attribuito a Leonardo. La lettera diretta alle autorità elvetiche è stata spedita qualche giorno fa dagli uffici romani del Dicastero. Lettera che è stata redatta in realtà dalla Procura di Pesaro, la quale l’ha poi girata al Ministero per l’invio ufficiale alla Svizzera. Dopo la decisione definitiva della Corte di Cassazione, che a febbraio 2017 ha confermato l’ordine di confisca dell’opera, ora l’obiettivo è quello di passare dalle parole ai fatti. E di ottenere il rientro in Italia del «presunto Leonardo», come lo definisce con cautela il procuratore capo della Procura di Pesaro, Cristina Tedeschini. 

Si tratta di capire le modalità con cui le autorità svizzere intenderanno dar seguito all’ordine di confisca alla luce delle eventuali convenzioni esistenti tra i due Paesi. La palla passa ora nelle mani dei magistrati d’oltralpe, i quali, nonostante le ripetute richieste della Procura nel corso del processo che ha visto imputata la proprietaria della tela, la pesarese Emidia «Bibi» Cecchini, avevano sempre preso tempo e rinviato la restituzione dopo la decisione definitiva della Cassazione. Momenti difficili per la Cecchini, che si è vista bruciare anche l’ultima speranza di impedire il rientro del quadro in Italia, con il rigetto del suo ricorso. «Ormai non ho più parole, né speranze – ha commentato ieri sfiduciata – aspetto ancora che qualcuno mi venga a recapitare la sentenza definitiva di condanna. Sono passati 90 giorni, ma non mi è arrivato nulla. Eppure hanno fatto tutti i tre gradi di giudizio con tanta fretta. Cosa che non è frequente in Italia, ma con me sono andati velocissimi». 

Bibi è stata infatti condannata a 1 anno e 2 mesi di reclusione per esportazione illecita di opere d’arte. Tra cui il presunto Leonardo. Opera che aveva di fatto già venduto a un fondo arabo per circa 150milioni di euro, quando, nel 2015, sono arrivati i finanzieri da Pesaro a mettere i sigilli alla tela nel caveau di una banca di Lugano, mandandole all’aria l’affare e facendola finire a processo. La Cecchini ha provato a sostenere che l’Isabella D’Este è sempre stata in Svizzera. E che il quadro, visto da diversi testimoni nella casa di Pesaro di suo zio, Walter Cecchini, fosse una copia. Ma i giudici non le hanno creduto. La partita però è tutt’altro che chiusa. E la prossima mano spetta agli svizzeri.