
Ekaterina Maltseva, pittrice italo-russa, architetto e insegnante
Le immagini divine sono le protagoniste della mostra ‘Imago Dei’, visitabile all’interno dell’oratorio di San Giuseppe fino al prossimo 1° luglio inclusa nel biglietto e nel percorso di visita del museo. Una mostra che fonde l’arte contemporanea con antiche suggestioni e soprattutto che mette in relazione gli affreschi barocchi di inizio Settecento dell’oratorio con le oniriche visioni dell’autrice, la pittrice italo-russa Ekaterina Maltseva.
"Il titolo parte dalla frase biblica ‘Dio creò l’uomo a sua immagine’. Se si osservano con cuore aperto la terra, il cielo e le acque, i pianeti e le stelle, le piante e gli animali, scopriremo con facilità e gioia, in tutto ciò che esiste, la stessa immagine e somiglianza divina secondo cui è stato creato l’uomo", spiega l’autrice nel ripercorrere il processo creativo delle sedici tele create in occasione della manifestazione ‘Urbino in Acquerello’, ma che sono rimaste a San Giuseppe in una mostra autonoma. Maltseva, architetto, artista e insegnante, è nata nel 1987 in Russia, ma vive da tanti anni in Italia. Fondatrice della scuola d’arte ‘Improvvisazione dall’Acquerello’, insegna questa tecnica presso l’Associazione Italiana Acquerellisti di Milano e tiene masterclass in numerosi festival internazionali di acquerello. Ha partecipato a più di 30 mostre collettive internazionali e le sue opere fanno parte di collezioni private in tutto il mondo.
Prosegue Maltseva: "In questo caso ho usato la tecnica dell’olio su tela, realizzando appositamente per l’oratorio urbinate sedici quadri dalle dimensioni specifiche che si adattano agli scranni lignei laterali ai quali sono state agganciate, ponendosi in dialogo con le pitture soprastanti. Per affrontare questa sfida, mi sono rivolta agli insegnamenti sugli archetipi di Carl Gustav Jung, alle Scritture sacre e all’epica dell’India antica. Le figure che emergono dalla materia fluida della tela non sono fissate nella certezza, ma oscillano sul confine tra apparizione e dissoluzione, simili a immagini nate nella contemplazione o nel sogno". Ed ecco apparire la vite, i pesci simbolici, gli esseri angelici, gli animali sacri, l’Albero della Vita, Cristo stesso, una Madonna col Bambino. Tutti echi dell’archetipico, risonanze della memoria collettiva nascoste tra le curve delle linee e nelle più sottili vibrazioni del colore.
Conclude l’autrice: "La mostra ha l’onore di dimorare, anche se solo per breve tempo, in un luogo dove per secoli si è venuti a parlare con Dio, a scoprire e affermare in sé la sua immagine e somiglianza".
Giovanni Volponi