Quel limite dei 30 all’ora al mare che nessuno rispetta

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Gentile lettore e amico, per conoscenza generale premettiamo che quanto riportato dalla lettera è solo uno "stralcio" di una serie di appunti da lei presentati su fatti e misfatti della circolazione cittadina. Finché mi ricordo, e per quanto la faccenda del divieti per le bici su via Rossini mi giunga nuova ma mi interessi come ciclista incallito che potrebbe vedersi multato semmai ci fossero in giro dei vigili, le dirò che già in piena pandemia c’erano strade del centro su cui era consentito il flusso dei pedoni per un verso ma non per l’altro. Dunque la stessa cosa sarà stata pensata per le bici. La questione del limite dei 30 chilometri mi pare una esclusività da grande intenditore e tuttavia lei ha ragione: auto e moto sfrecciano anche lì, logica vorrebbe invece che il divieto o lo fai rispettare o lo togli.

Tutti discorsi bene allineati e da sembrare veri fino a quando non consideri che su tutta questa situazione regna una specie di "butta su" che sta fra "vada la barca dove va il battello" e "finché non succede nulla va bene così". In altra sede prenderemo in esame le sue considerazioni sul semaforo di viale della Repubblica, una specie di Vallo Adriano di confine sul quale scalpitano ogni giorno intere divisioni di potenziali trasgressori. A presto.