Quella cronaca pulp anche nella lontana notte dei tempi

Medievalia pulp. Attenzione, è una storia vera. Aelredo, santo, ebbe i suoi natali in Inghilterra nel XII secolo e operò presso il monastero cistercense di Rievaulx. Gli fu proposto diverse volte di diventare vescovo, ma rifiutò, non era sicuramente un vanitoso. Tralasciando la biografia del sant’uomo narriamo una storia che Aelredo riporta in una sua opera letteraria. Si tratta di un accadimento reale, che ebbe come palcoscenico i boschi dello Yorkshire. Una bimba è inviata, a quattro anni, in monastero come oblata, ossia come fanciulla consacrata a Dio. La dinamica era frequente. Sin dall’inizio le consorelle comprendono che il carattere della fanciulla sarebbe stato poco incline a quella vita di privazioni e comandi. Divenuta giovinetta, essa incrocia lo sguardo di un monaco che aveva avuto accesso al convento femminile per svolgere lavori edili. I due si innamorano e iniziano a incontrarsi, nottetempo, al di fuori del convento. Parrebbe una bella storia d’amore realizzabile attraverso il ritorno alla condizione secolare dei due, cioè con l’uscita dai rispettivi monasteri, invece finì in tragedia. Le consorelle si accorgono della tresca, bastonano la ragazza, mentre disputano se spellarla viva o inviarla sul rogo scoprono che è incinta e allora, intanto, la incatenano mani e piedi nelle segrete. Attraverso uno stratagemma decidono di catturare il monaco. Ci riescono, lo bastonano, lo buttano a terra, prima lo inchiodano poi, schiodato, lo costringono a evirarsi con un coltellaccio. Raccolgono ciò che resta della virilità dell’uomo e la "cacciano" in bocca all’amante. Successivamente la donna partorì, il bambino fu allontanato e ella restò in convento. Carattere: giovane, indipendente e poco remissivo. Luogo: convento. Secolo: XII. Esito: un brutto affare.